Beneficio incrementale tra ARNI e CRT/ICD nei pazienti con scompenso cardiaco – AIAC Focus on
Data/Ora: 15 Novembre 2019 - 16 Novembre 2019 / 8:30 - 19:30
Indirizzo: Via Salvatore Rebecchini 145 - Roma Italia
Sede: Roma - Hotel Sheraton Parco de’ Medici
Lo scompenso cardiaco rappresenta una delle principali cause di morbilità e di mortalità nella popolazione generale e la più frequente causa di ospedalizzazione dopo il parto. La prevalenza e l’incidenza sono in progressivo aumento a causa dell’invecchiamento della popolazione e del miglioramento delle cure disponibili per le cardiopatie acute, quali l’infarto miocardico, che consentono ai pazienti una lunga sopravvivenza. La prevalenza nella popolazione generale è del 1-2%, mentre negli over 65 è del 6,4%. L’incidenza di nuovi casi è dello 0,2% per anno, e negli over 85 dell’4%. Numerosi presidi terapeutici sono oggi disponibili per migliorare la cura del paziente con scompenso cardiaco.
Ci sono nuovi farmaci che vanno a interagire con i meccanismi neuro-ormonali responsabili della progressione della malattia, interrompendo quel circolo vizioso che attraverso un’aumentata attività adrenergica e del sistema renina-angiotensina e una riduzione dell’attività dei peptidi natriuretici induce vasocostrizione e ritenzione idro-salina con peggioramento progressivo del quadro clinico. D’altro lato abbiamo dispositivi cardiaci impiantabili quali quelli in grado di resincronizzare l’attività cardiaca (dispositivi CRT) che hanno dimostrato un impatto favorevole su qualità di vita, prevenzione delle ospedalizzazioni e riduzione di mortalità e quelli in grado di riconoscere e interrompere le aritmie ventricolari maligne (defibrillatori) con conseguente riduzione della incidenza di morte improvvisa, sia in prevenzione primaria che secondaria. Le finalità del presente seminario sono quelle di discutere le più recenti evidenze sul tema e di definire un approccio personalizzato al paziente con scompenso cardiaco.
Terapie farmacologiche e non farmacologiche in questa ottica non rappresentano opzioni alternative, ma strumenti che in maniera sinergica e integrata possono contribuire a migliorare l’evoluzione clinica del paziente. I sistemi impiantabili rappresentano inoltre dei presidi diagnostici formidabili nella gestione del follow-up specie se abbinati al monitoraggio remoto del paziente. Il flusso continuo di dati relativi al buon funzionamento del dispositivo e a parametri clinici, quali la frequenza cardiaca, lo stato del tono neurovegetativo, il livello di attività, la presenza di aritmie e di congestione polmonare, con sistemi di allarme automatico in caso di anomalie significative, permettono di riconoscere precocemente le fasi del deterioramento emodinamico e di intervenire con modifiche della programmazione del dispositivo o della terapia farmacologica. Anche nel paziente apparentemente stabile, il monitoraggio continuo permette di ottimizzare la terapia farmacologica per massimizzarne il beneficio.