Recidive a lungo termine di fibrillazione atriale dopo crioblazione nei pazienti con malattia renale cronica lieve o da lieve e moderata

La fibrillazione atriale (FA) è spesso associata a comorbidità che ne influenzano il decorso. Tra le comorbidità più frequenti, la malattia renale cronica ha un significato particolare dovuto alle interrelazioni fisiopatologiche e all’impatto sulla gestione e sul trattamento dei pazienti. Tuttavia, mancano ancora evidenze sulle migliori strategie da adottare in relazione ai differenti stadi di malattia renale cronica che sono spesso un elemento determinante per prendere decisioni cliniche nei pazienti con malattia cardiaca. In relazione alla FA, l’ablazione transcatetere con isolamento delle vene polmonari è attualmente una valida opzione terapeutica, e due sono gli approcci più frequentemente utilizzati nella pratica quotidiana: la ablazione con radiofrequenza e la crioablazione, approcci che presentano alcune differenze nei risultati a breve e a lungo termine. Nell’insufficienza renale cronica avanzata e nei pazienti in dialisi il rischio di recidive di FA dopo ablazione è significativamente più alto rispetto ai pazienti in uno stadio di malattia meno avanzato. Scopo dell’analisi in oggetto è stato quello di valutare il follow up di pazienti con FA trattati con crioablazione per stabilire sei i pazienti con malattia renale cronica andavano incontro a un rischio aumentato di recidive di FA a medio e a lungo termine rispetto ai pazienti con funzionalità renale normale.
L’analisi è stata eseguita retrospettivamente nei pazienti con FA sottoposti a isolamento delle vene polmonari con criopallone. La coorte di pazienti è stata suddivisa (in base al metodo KDIGOCKD-EPI) in quattro classi: 1. Funzionalità renale normale, ovvero un eGFR normale o aumentato; 2. Funzionalità renale lievemente ridotta, ovvero lieve riduzione dell’eGFR; 3. Insufficienza renale cornica da lieve a moderata, ovvero riduzione dell’eGFR da lieve a moderata; 4. Grave insufficienza renale cronica, ovvero grave riduzione dell’eGFR. La classe 4 non è stata inclusa nelle analisi perché non rappresentativa della popolazione sottoposta a crioablazione della FA.
L’assenza di recidiva di FA era l’endpoint primario della coorte di 1971 pazienti.
Dopo un follow up di 24 mesi, la recidiva di FA era più alta nel gruppo 2 e 3 in confronto al gruppo 1 (normale funzionalità renale). La malattia renale cronica da lieve a moderata era un fattore predittivo indipendente per la recidiva di FA dopo il periodo di blanking.
In conclusione, l’analisi ha dimostrato che i pazienti trattati con criopallone con riduzione della funzione renale da lieve a moderata erano più a rischio di recidiva di FA, tuttavia il tasso di successo della procedura e il profilo di sicurezza della stessa si sono rivelati confrontabili nelle 3 classi di pazienti. Questi risultati suggeriscono che una riduzione anche da lieve a moderata dell’eGFR può avere un impatto sull’outcome, in linea con le evidenze consolidate che la gestione dei pazienti con fibrillazione atriale richiedono un processo decisionale personalizzato in relazione al proprio profilo clinico.
Fonte:
Boriani G, Iacopino S, Arena G, et al. Chronic Kidney Disease with Mild and Mild to Moderate Reduction in Renal Function and Long-Term Recurrences of Atrial Fibrillation after Pulmonary Vein Cryoballoon Ablation. J. Cardiovasc. Dev. Dis. 2022, 9, 126. https://doi.org/10.3390/jcdd9050126