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Malattia cardiaca strutturale, quale impatto sulla crioablazione?

Malattia cardiaca strutturale crioablazione

Il tasso di successo acuto e di recidive della Fibrillazione Atriale dopo una singola procedura di isolamento delle vene polmonari mediante crioablazione non sono influenzati dalla presenza di una malattia cardiaca strutturale o dal grado di rimodellamento cardiaco. Sono stati pubblicati su Heart, Lung and Circulation i risultati della ricerca italiana, realizzata nell’ambito del progetto 1STOP, a cui hanno preso parte 36 centri cardiologi italiani (1).

In totale, sono stati inclusi 1.452 pazienti sottoposti a procedura di isolamento delle vene polmonari mediante crioablazione per il trattamento di una fFibrillazione Atriale parossistica presso 36 centri cardiologici distribuiti sul territorio nazionale. Tra questi sono stati individuati 282 soggetti (19,4%) con concomitante malattia cardiaca strutturale, definita secondo i criteri indicati dalle linee guida dell’European Society of Cardiology: disfunzione sistolica o diastolica del ventricolo sinistro, ipertensione duratura con ipertrofia del ventricolo sinistro e/o presenza di altre alterazioni strutturali cardiache.

Il gruppo di pazienti affetti da una concomitante malattia cardiaca strutturale è risultato caratterizzato, rispetto a quelli senza alterazioni strutturali, da:

  • un’età media superiore: 62,9 ± 9,0 anni vs 58,2 ± 11,4 anni (p < 0,001);
  • una percentuale più elevata di soggetti di sesso maschile: 79,1% vs 69,8% (p < 0,002);
  • un rischio trombo-embolico maggiore: CHA2DS2VASC ≥ 2: 63,4% vs 40,2% (p < 0,001);
  • un indice di massa corporea più elevato: 27,7 ± 3,9 vs 26,4 ± 3,9 kg/m2 (p < 0,001);
  • un diametro atriale maggiore: 43,8 ± 7,0 vs 40,2 ± 5,8 mm (p < 0,001);
  • una frazione di eiezione del ventricolo sinistro più bassa: 57,2 ± 7,7% vs 60,7 ± 6,0% (p < 0,001).

Non sono invece emerse differenze tra i due gruppi in termini di durata della procedura (106,9 ± 41,5 vs 112,1 ± 46,8 minuti; p = 0,248), durata della fluoroscopia (28,7 ± 14,7 vs 28,6 ± 15,2 minuti; p = 0,819) e tasso di complicanze (3,9% vs 4,8%; p = 0,525). Il tasso di successo acuto è invece risultato più elevato nei pazienti con malattia cardiaca strutturale (98,9% vs 97,7%; p = 0,016), mentre a un follow up di 13,4 ± 12,8 mesi la libertà da recidive è risultata paragonabile tra i due gruppi (78,0% vs 78,4%; p = 0,895) e non associato a dimensione dell’atrio sinistro o frazione di eiezione del ventricolo sinistro.

Bibliografia

1. Perego GB, Iacopino S, Pieragnoli P, et al. Cryoballoon ablation in patients with paroxysmal atrial fibrillation: an evaluation of cohorts with and without structural heart disease. Heart, Lung and Circulation 2020; 29: 1078 – 1086.

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