La pre-historia dell’aritmologia italiana

In occasione del nostro ultimo Congresso Nazionale, come molti di voi ricorderanno, nel corso della Cerimonia inaugurale ho avuto il piacere, a nome di AIAC, di tributare al Prof. Francesco Furlanello il giusto e meritatissimo riconoscimento per l’incredibile contributo che Egli ha saputo dare sin dall’inizio della sua carriera all’aritmologia italiana. La Targa che AIAC ha consegnato al Professor Furlanello infatti recitava testualmente: “A Francesco Furlanello per l’importante ruolo svolto come guida e riferimento culturale di tutti gli Aritmologi Italiani”.
Proprio in quell’occasione, proposi al Professor Furlanello di redigere un breve scritto in cui si ripercorressero le tappe che portarono, nel 1998, all’unione del Gruppo Italiano di Aritmologia (GIA) con l’Associazione Italiana di Cardiostimolazione (GIC), dando vita all’AIAC cosi come noi la conosciamo oggi. Quello che pochi probabilmente sanno è che questa storica fusione avvenne solo dopo una lunga ed entusiasmante storia pioneristica che per circa 20 anni, dal 1974 al 1993, aveva visto il Gruppo Italiano di Elettrofisiologia delle Aritmie (GISEA) contribuire in modo rilevante ad imporre a livello clinico e specialistico quella nuova realtà creata dal problema diagnostico e terapeutico delle aritmie cardiache.
Questi anni di entusiasmo e ricerca sono stati inoltre memorabilmente caratterizzati dalle varie edizioni dello storico congresso “Le Nuove frontiere delle Aritmie”, organizzato per 30 anni, dal 1974 al 2004, a Marilleva Val di Sole (Trento) con incomparabile passione e competenza proprio dal professor Francesco Furlanello e che ha visto costantemente, ad ogni edizione, la partecipazione dei massimi aritmologi mondiali.
Naturalmente il Professor Furlanello quel giorno a Bologna accettò quella mia proposta con il consueto entusiasmo… Dopo un laborioso quanto minuzioso lavoro di ricerca storica tra i suoi archivi e documenti spesso incompleti o segnati dal tempo, è riuscito a ricostruire magistralmente quell’epoca magica in cui pochi visionari pionieri seppero convincere molti altri che il sistema elettrico del cuore, con la sua fisiologia prima e con lo studio della sua patologia poi, meritava di essere considerato come una disciplina a se stante, aprendo quindi la strada alla nascita di un’aritmologia autonoma e moderna.
Sono sicuro che leggendo il testo che vi presentiamo, in particolare i colleghi più giovani, che non hanno avuto la fortuna di vivere in un’era pioneristica come quella raccontata dal Professor Furlanello, potranno cogliere l’ incomparabile passione e spirito speculativo, che animava i protagonisti di quell’epoca. Guardando al presente e al futuro mi auguro che i nostri giovani abbiano un impegno, una tenacia nel raggiungere i loro obiettivi comparabile a quanto questi autentici pionieri hanno dimostrato.
Il testo inoltre è arricchito da una vasta gallery di materiale iconografico che rende questo viaggio nel tempo ancora più suggestivo e anche di questo ringraziamo il “nostro” Professor Furlanello.
Buona lettura,
Giuseppe Boriani
Presidente AIAC
In occasione del Congresso nazionale AIAC di Bologna (23-27 marzo 2017), nel corso della cerimonia inaugurale, il Presidente in carica Dott. Giuseppe Boriani mi onorava di consegnarmi una targa con la dizione: “A Francesco Furlanello per l’importante ruolo svolto come guida e riferimento culturale di tutti gli Aritmologi Italiani” (Fig. 1).
La cerimonia si svolgeva in una calda, simpatica atmosfera di audience che mi consentiva, peraltro, di realizzare che molti dei giovani cardiologi presenti non erano a conoscenza che a monte dell’AIAC, successa nel 1998 al Gruppo Italiano di Aritmologia (GIA) dopo la fusione con l’Associazione Italiana di Cardiostimolazione (GIC), vi era un’entusiasmante storia pioneristica (1974-1993) del Gruppo Italiano di Elettrofisiologia delle Aritmie (GISEA) che contribuiva in modo importante a imporre a livello clinico e specialistico la nuova realtà clinica creata dal problema diagnostico e terapeutico delle aritmie cardiache.

LA VERA PRE-HISTORIA
Nel 1972, nella splendida cornice di Villa Sigurtà, Valleggio sul Mincio (Verona), si svolgeva un avanzatissimo congresso per l’Italia di elettrofisiologia, organizzato da quello straordinario personaggio rappresentato dal Prof. Arrigo Poppi, uno dei primi primari di cardiologia italiani, e successivamente cattedratico, che, pur non cultore a tempo pieno dell’aritmologia, ne aveva compresa la grande potenzialità clinica e scientifica futura. Il Prof. Poppi, con la grande modestia che lo distingueva riusciva a portare in Italia molti dei più importanti elettrofisiologi e cardiologi cultori di aritmologia dello scenario internazionale, che presentarono incredibili progressi clinici e sperimentali anni luce lontani dalla nostra realtà italiana. Non esistono purtroppo Atti di questo sconvolgente Congresso. Erano sicuramente presenti, per averne avuto la personale conferma in corso di incontri successivi l’allora giovane H.J.J. Wellens, autore della contemporanea monografia: Electrical stimulation of the heart in patients with ventricular tachicardia (Wellens H.J.J et al., 1972). Inoltre, Guy Fontaine (Paris), S.B. Olsson, (Gotebord), Philip Coumel (Paris), Robert Slama (Paris), Paul Puech (Montpellier), Storstein L. (Oslo). Di molti altri non mi sento autorizzato a riportare i nomi non essendoci la certezza della loro presenza.
In quello stesso Congresso è apparso acquisito il ruolo fondamentale dell’elettrofisiologia endocavitaria per la gestione clinica dei soggetti con aritmie cardiache, integrandosi con le indagini causative, l’approccio farmacologico mirato e i progressi nella terapia elettrica cardiaca impiantabile. Ciò trova conferma nelle preziose edizioni della History of the Disorders of Cardiac Rhythm di Berndt Luderitz, puntiglioso e preciso cardiologo con vocazione per la storia della cardiologia. Risulta presente infatti che in quel periodo degli anni ‘90, lo studio elettrofisiologico clinico delle aritmie atriali e ventricolari già consentiva la riproduzione a livello individuale di molti meccanismi elettrogenetici causali, quali del flutter atriale, del WPW e in particolare delle bradiaritmie.
Con il Prof. Sergio Dalla Volta (Padova) ho presentato un intervento casistico sul “trattamento clinico delle aritmie da digitale con difenilidantoina”, benignamente accettato, ma da considerarsi improprio in arengo specialistico così avanzato! La partecipazione a questo Congresso, se apparentemente demoralizzante per le differenze scientifiche, riusciva peraltro per noi fortemente incentivante in quanto confermava le certezze di trovarci di fronte a una superspecialità nella quale credere e crescere. Per tutti quelli di noi che si interessavano ai problemi delle aritmie cardiache è così apparsa irrinunciabile la necessità di organizzarci per identificare e collaborare con tutti quelli che in Italia si occupavano dell’argomento, di unire le nostre forze e conoscenze, di iniziare a frequentare i Centri Operativi, soprattutto Internazionali, aperti a ospitare aritmologi inesperti come eravamo noi allora, ansiosi di imparare. Con Eligio Piccolo ci siamo affidati, ad esempio, all’esperienza, in Montpellier, di Paul Puech, ospite magnifico e raffinato elettrofisiologo!
Per quanto ci riguarda direttamente, il 2 maggio 1973 iniziava l’attività la Divisione di Cardiologia e successivamente Centro Aritmologico degli Istituti Ospedalieri di Trento, nella quale fin dall’inizio il problema delle diagnosi e terapia delle aritmie rappresentava un entusiasmante impegno clinico e strumentale quotidiano. Ciò favorito da un piccolo nucleo iniziale, che si allungherà adeguatamente negli anni successivi, di collaboratori esperti e motivati rappresentato da Teodomiro Lanzetta, proveniente dalla cardiologia di Bergamo, ampiamente in grado di gestire la tecnologia dell’impiantistica del Cardiac Pacing, e Marcello Disertori, allievo di Sergio Lenzi di Bologna, già esperto della tecnica invasiva elettrofisiologica endocavitaria.
Il primo Seminario “Le Nuove Frontiere delle Aritmie, riconoscimento diagnostico e problemi terapeutici”
Il 6-7 giugno 1974 si svolgeva a Costa Rotian/Folgarida, Val di Sole (Trentino), il primo di una serie di Seminari, “Le Nuove Frontiere delle Aritmie”, a successiva cadenza biennale, che si riprometteva costantemente di approfondire gli aspetti diagnostici e terapeutici delle aritmie, particolarmente significativi in quanto non ancora discussi o sufficientemente chiariti. Il programma, incentivante, era probabilmente ambizioso date le ridotte possibilità realizzative iniziali. Mi è piacevole ricordare che la possibilità di organizzare questo nostro primo incontro italiano è stato reso possibile dall’offerta di una giovane coppia di simpatici albergatori in occasione del lancio di un nuovo resort a Costa Rotian in Val di Sole, Trentino. Era loro intenzione onorare l’inizio dell’attività turistica con una manifestazione culturale scientifica, offrendo ospitalità e ogni appoggio, e contattando così, per la realizzazione, il nostro Centro che ha prontamente colto la fortunata occasione!
Questo primo Seminario aritmologico che otteneva un insperato successo, con una audience di circa 200 partecipanti, si svolgeva in due sessioni (pomeriggio e mattina successiva) in una sala adattata di fortuna in un albergo disponibile. Raggruppava dieci relazioni per ogni sessione, con appassionanti discussioni, presentate da relatori provenienti da quasi tutti i Centri Aritmologici italiani che si occupavano di aritmie cardiache in quella data, quali Pavia, Milano, Padova, Trieste, Bologna, Mirano, Udine, Bergamo, Bolzano, Firenze, Roma, Genova, Napoli, Messina, Parma, Pisa, Torino. Le due giornate di Costa Rotian contribuirono a coagulare un buon numero di interessati al problema delle aritmie, desiderosi di frequentarsi e crescere. Una successiva occasione di contatti scientifici, idonea a migliorare le nostre conoscenze aritmologiche, soprattutto intervenzionali ed impiantistiche, veniva offerta con il quarto Congresso Internazionale European Cardiac Pacing di Groningen (NL), svoltosi nello stesso anno con partecipazione estesa di delegazioni italiane invitate.
Il secondo Seminario “Le Nuove Frontiere delle Aritmite”, Folgarida Val di Sole, gennaio 1976
Ci soffermiamo in modo particolare su questo pioneristico Congresso in quanto, per le sue dimensioni partecipate, lo svolgimento tecnico, le prospettive future puntualmente poi realizzate, riteniamo rappresenti realmente un cornerstone storico dell’Aritmologia italiana (Fig. 2)

Il primo Seminario estivo breve, di sole due sessioni, di Costa Rotian, aveva già attivato e reclutato un solido nucleo di Centri Italiani Ospedalieri e Universitari in cui la nuova superspecialità cardiologica veniva vissuta con impegno, documentando anche un incoraggiante incremento dilagante di motivati cultori operativi. Questo Congresso del 1976 di Folgarida si atteneva alla formula, successivamente applicata a tutti i 14 Congressi con lo stesso titolo, dello svolgimento in periodo invernale, con cinque intensi pomeriggi operativi, lasciando ampio tempo libero mattutino (salvo riunioni specifiche di Gruppo) per l’attività sportiva, incontri amichevoli e frequentazioni famigliari.
Mi è grato al riguardo riportare l’introduzione del Libro degli Atti 1996 (inclusivo del precedente Congresso 1994, Piccin Editore, Padova), scritta con tipico garbo toscano dal mio maestro Gino Patrassi: “A coloro che non hanno partecipato a queste riunioni va fatto rilevare che la peculiarità di questi Seminari, ben differenti da tante altre riunioni scientifiche dei nostri tempi, è il frutto delle singolari capacità del Prof. Furlanello, il quale alla profonda esperienza sugli argomenti in discussione associa una capacità organizzativa non comune, volta a far si che in queste giornate di lavoro all’utile si alterni in giusta misura il dilettevole. Temprati da una mattinata di attività sportiva o di contemplazione delle bellezze naturali, i congressisti arrivano al pomeriggio di lavoro con mente chiara e affrontano il loro compito senza il minimo segno di stanchezza o di ‘sovraccarico’ “. Si effettua questa precisazione nei riguardi di coloro che, epidermicamente, ritenevano i Congressi di Marilleva solo delle settimane bianche fra amici.
La formula dei Congressi di Marilleva comprendeva altri aspetti che vennero rigorosamente rispettati per tutte le edizioni successive:
1. Scelta libera ai relatori dei singoli argomenti da presentare, ritenendo ciò motivante e redditizio per la ricerca di nuovi temi aritmologici. Era compito successivo del Comitato Scientifico curare l’elaborazione del programma definitivo sulla base di queste scelte individuali. Venivano inoltre incluse relazioni di “frontiera”, accettate dopo una rigorosa validazione da parte di esperti.
2. Sollecitazione sistematica ai relatori di presentare prevalentemente argomenti di “frontiera”, accanto a temi già consolidati per sviluppo prospettico e culturale. Ciò esteso a tutti i campi dell’aritmologia, dall’elettrofisiologia procedurale alle indagini non invasive, alla farmacoterapia, alle aritmie nelle più svariate situazioni cliniche (pediatriche, geriatriche, degli atleti, patologie cardiache concomitanti), alle ricerche sperimentali, ai trial ad ampie casistiche, ai farmaci innovativi, a ogni progresso terapeutico, clinico, cardiochirurgico, pacing, farmacologico, tecnologico e anatomo-patologico delle aritmie.
3. Sistematica pubblicazione degli Atti del Congresso. Ciò avveniva nel 1974/1976, 1978, 1980, 1982, in italiano, a opera dell’editore Massimo Piccin di Padova. Dal VI International Congress, 1984, denominato New Frontiers of Arrhythmias, i Proceedings vennero pubblicati in inglese e resi disponibili ai partecipanti all’inizio del Congresso, rispettivamente curati per il 1984 da OIC Medical Press. Successivamente vennero pubblicati nella Rivista New Trend of Arrhythmia, Ed. Salvati Roma nel 1986, 1988, 1990, 1992, 1994, 1996 e in Supplementi del Giornale Italiano di Cardiologia per il 1998, 2000, 2002, 2004. E’ perciò disponibile un notevole patrimonio bibliografico dei progressi dell’Aritmologia del tempo in un arco di 30 anni, raccolto in 15 volumi! Il giovane lettore potrà trovare in questi Atti tutti i nominativi dei centri e dei protagonisti dell’aritmologia internazionale fra i quali quelli Italiani risultano molto numerosi, seguendone i progressivi contributi clinico/scientifici nel tempo, relativi allo sviluppo di questa nuova scienza cardiologica. Viene quindi riportato per esteso quale esempio del balzo operativo già al gennaio 1982 dell’aritmologia italiana l’elenco dei moderatori e relatori del V Seminario “Le Nuove Frontiere delle Aritmie”, Centro Solaria Marilleva 1400 (Elenco relatori e moderatori 1982, PDF: 322 Kb). Tale elenco si è andato logicamente implementando nei successivi Congressi di Marilleva fino al 2004, comprendendo via via tutti gli aritmologi italiani e gran parte di quelli internazionali, ma questa è un’altra Historia…
4. Un altro criterio che il Comitato Scientifico delle Nuove Frontiere ha costantemente mantenuto è stata la sistematica incentivazione alla presentazione dei vari Interventi in aula a tutti gli speakers, indipendentemente dalla loro età e “ranking” cardiologico. A distanza di tempo molti amici cardiologi partecipanti ricordano questa opportunità giovanile come fondamentale momento di crescita individuale scientifica.
Come è a tutti noto, i Congressi, biennali, invernali, si sono svolti successivamente a quelli di Costa Rotian e Folgarida nelle località turistiche di Marilleva 900 Centro Maritur (1978) (Fig. 3 e 5) e presso il Centro Solaria di Marilleva 1400 (dal 1980 al 2014) con cadenza biennale (Fig. 6, 7, 8, 9, 10, 11).

Appare qui doveroso ricordare gli amici più importanti che hanno costituito l’ossatura tecnica, operativa ed economica di tutta la serie di Congressi delle Nuove Frontiere. Fondamentali al riguardo gli aiuti ricevuti nelle varie sedi del Congresso Costa Rotian, Folgarida, Marilleva Maritur 900, Marilleva 1400 Centro Solaria dai grandi “solandri” Presidente Dott. Bruno Kessler, Dott. Lino Pangrazzi, Dott. Flavio Mosconi e Dott. Piero Scaramella. Devo essere grato a tutti i miei collaboratori di allora che in anni diversi hanno consentita la realizzazione di questi Congressi che hanno ottenuto la sponsorizzazione della Società Europea di Cardiologia (ESC), della World Heart Federation (WHF) e del NASPE (attualmente HR). Questo grande sforzo organizzativo e scientifico che si intricava direttamente con l’attività di diagnosi e cura ospedaliera, è stato possibile solo con la collaborazione dedicata di una serie di cardiologi che via via si sono succeduti negli anni successivi con particolare riguardo a Teo Lanzetta, a Marcello Disertori, Giuseppe Vergara, Giuseppe Inama, Roberto Bettini, Lanfranco Antonini, Giambattista Durante, Luisa Visonà, Mauro Guarnerio, Carlo Stefenelli, Lorena Gramegna, Graziano Mosna, Annalisa Bertoldi Successivamente al 1996 Carlo Pappone (IRCCS-HSR Milano) e dal 2000/2004 Riccardo Cappato (IRCCS-S. Donato Milano) i cui nominativi sono presenti quali co-editors dei rispettivi Proceedings.
Il secondo Seminario di cardiologia “Le Nuove Frontiere delle Aritmie”, di Folgarida 1976, in questa history viene presentato come momento fondamentale per la crescita dell’aritmologia italiana e del GISEA. Si ritiene perciò non rinunciabile, trattandosi di una ricostruzione storica, riportare per esteso l’elenco dei protagonisti relatori e moderatori e dei relativi Centri di appartenenza quale pubblicato negli Atti 1974/76 (Piccin Editore) (Elenco relatori e moderatori 1974-1976, PDF: 349 Kb). Il giovane Cardiologo potrà specificatamente recuperare così le radici dei Centri Italiani e degli aritmologi protagonisti che hanno successivamente contribuito allo sviluppo e diffusione dell’aritmologia. Va ricordato che al Seminario di Folgarida 1976 era presente il primo dei tantissimi ospiti Internazionali che successivamente hanno partecipato ai Congressi di Marilleva, Philip Coumel Paris che ha presentato una relazione sulla tachicardia da rientro giunzionale che porta il suo nome chiamata da lui come “reciprocante”, caratterizzata dalla forma “permanente” da blocco unidirezionale di via anomala latente non decrementale descrivendone in tale occasione i primi casi della sua esperienza.
LA HISTORIA DEL GISEA
Nella premessa degli Atti de “Le Nuove Frontiere delle Aritmie” (Piccin Ed. Padova 1976, pubblicato nel 1977) risultava: “Dallo scambio di informazioni scientifiche fra le varie equipe che attivamente si interessano di disturbi del ritmo è nata la necessità di un gruppo di studio che, nei mesi successivi al II Seminario, si è andato formalizzando, entrando in fase operativa, come ‘Gruppo di Studio di Elettrofisiologia delle Aritmie (GISEA)’ ”. Ciò si realizzava infatti in una bella mattinata di sole presso la splendida cornice dell’Hotel la Principessa di Lucca, con l’impeccabile regia organizzativa ospitale di Giuseppe Masini.
Singolarmente presso la stessa Sede (giugno 1983) sotto la regia di Peter Schwartz si trasferiva la New York Accademy of Sciences per una raffinatissima conference di una settimana per esperti di aritmologia, chiusa l’ultimo giorno da un workshop aperto ai cardiologi italiani, presso il Palazzo dei Congressi di Firenze e pubblicato sui prestigiosi Annales (H.E. Kulbertus, A.J. Moss, P.J. Schwartz, Clinical aspects of life threatening arrhythmias, Eds H.M. Greenberg 1984). Vi è stato uno spazio anche per noi che ci ha consentito di presentare quello che possiamo considerare uno dei primi lavori internazionali di aritmologia sportiva, Ventricular arrhythmias and Sudden Death in atlete, con la collaborazione di Gaetano Thiene. E’ stata inoltre una grande occasione per incontrare i massimi aritmologi in attività quali, ad esempio, H.E. Kulbertus, A.J. Moss, H.M. Greenberg, JJ Zipes, M. Mirowski, J.J.Gallagher, J.T.Bigger, G. Breithardt, G. Fontaine, F. Marcus, R. Myerburg, S. B. Olsson, R.L. Verrier, e altri.
Photogallery: Immagini dalle edizioni VII, VIII, IX, X del New Frontiers of Arrhythmias International Congress Marilleva (1986, 1988, 1990, 1992).
Erano presenti all’atto costitutivo GISEA di Lucca circa 70 partecipanti i cui nominativi si possono ritrovare tra i moderatori e relatori del II Seminario. Si è trattato di un’intensissima mattinata di lavoro con accese discussioni animate, ad esempio, da Luigi Tavazzi (che con Jorge Y. Salerno rappresentava l’attivissimo gruppo pioneristico di Pavia), da Antonio Lotto, da Emilio Gatto, da Andrea Nava e da tanti altri. Tra gli scopi principali vi era l’elaborazione di protocolli di studio relativi alla standardizzazione delle metodiche elettrofisiologiche, studi policentrici e classificazione delle aritmie. Inoltre, scambi di informazione con altre Associazioni e Società Cardiologiche e incentivazione all’utilizzazione clinica pratica e alla divulgazione delle nuove acquisizioni di elettrofisiologia e di aritmologia nel mondo medico italiano. Nel Gruppo si ritenne indispensabile l’inclusione di farmacologi clinici (es. M. Ferrari, E. Ambrosioni) e Patologi (es. L. Rossi, G. Thiene) il che si manterrà sempre nei tempi successivi!
La formalizzazione del Gruppo Italiano del GISEA risultava la più semplice delle strade politiche percorribili per fondare una nuova Società Scientifica, essendo compatibile con le raccomandazioni intersocietarie fra SIC ed AMNCO (e ANCE) i cui rapporti interni erano allora idilliaci e paritetici. Ciò in assonanza con altre discipline specialistiche, ad esempio il GISE (Gruppo Italiano di Emodinamica), mentre per il Cadiac Pacing era già fortemente attiva l’Associazione Italiana di Cardiostimolazione, guidata da mano sicura ed esperta da Giorgio Peruglio (che realizzava anche la riuscitissima organizzazione del Second European Symposium on Cardiac Pacing (Firenze, maggio 1981). Venivo eletto Presidente, Segretario Marcello Disertori, Consiglieri Luigi Tavazzi, Giuseppe Masini, Erennio Rosettani, Daniele Brachetti, Andrea Nava, Emilio Gatto, Filippo Milazzotto (spero che le attribuzioni siano esatte…).
L’impegno iniziale del GISEA ha riguardato soprattutto la standardizzazione dei protocolli clinici, diagnostici e terapeutici riguardanti la classificazione delle aritmie, gli studi elettrofisiologici delle aritmie sopra e ventricolari e delle bradiaritmie SA e AV, i test elettrofarmacolgici, le aritmie dei bambini etc. Ciò si basava sul sistematico impegno di esperti e sulle successive approvazioni con discussione in aula estesa a tutto il Gruppo, in una serie di entusiasmanti meeting, organizzati anche specificatamente come tali (Trento, Villalagarina, Roma, Padova, Milano etc) oltre che accorpati ai Congressi Cardiologici Nazionali SIC e AMNCO. Questi protocolli hanno rappresentato la base procedurale per molti laboratori di Elettrofisiologia Clinica, la loro elaborazione è stata molto impegnativa con discussioni accese su ogni particolare e con risultati che sono rimasti validi nel tempo.
Fra i Centri che si sono impegnati in questi protocolli, oltre a quello di Trento, vanno ricordati quelli di Trieste (F. Camerini, N. Baldi, T. Morgera), di Ferrara (A. Masoni, P. Alboni), di Bologna (B. Magnani, D. Bracchetti, A. Capucci, F. Naccarella, A. Branzi, G. Boriani, G. Barbato, M. Palmieri, et al), di Pavia (L. Tavazzi, J. Salerno, M. Chimienti), di Milano (O.M. Ca Granda: F. Rovelli, G. Gadaleta, M. Gasparini, M.G. Lunati, B. Brusoni, G.P. Sanna, B. Carù; Ospedale Maggiore: P.I. Schwartz, A. Lotto, M. Arlotti, A. Finzi); di Napoli (H. Pausillipon: F. Marsico, B. Musto; Università: G. Critelli); di Bolzano (E. Braito, A. Morini, W. Lintener); di Parma (G. Botti, V. Bonatti); di Roma (OC S. Camillo: V. Masini, F. Millazzotto, M. Rocchi, C. Pandozzi; Università Cattolica: P.U. Carbonin, B. Domenichelli, R. Fenici, F. Bellocci, P. Zeppilli, A.S. Montenero; OC S. Filippo Neri: M. Pistolese , M. Santini, P. Dini, R. Boccadamo, G. Altamura); di Mirano (E. Piccolo, A. Raviele, P. Delise, A.Bonso); di Lucca (G. Masini), Genova (G. Gatto), di Bari (P. Rizzon, M. Di Biase, S. Favale), di Firenze (P.F. Fazzini, F. Fantini, F. Marchi, P. Pucci, F. Ledda, L. Padeletti, A. Michelucci), di Padova (G. Thiene, G.F. Buja, D. Corrado, C. Basso, A. Nava, R. Verlato), di Udine (G.A. Feruglio, A. Proclemer), di Novara (E. Occhetta, G. Rognoni); di Torino (A. Brusca, E. Rosettani, F. Gaita) et al. Mi scuso per la incompletezza storica di questa ricostruzione a distanza, in assenza di materiale di consultazione.

Un particolare impegno dei Membri del GISEA ha riguardato la partecipazione a Congressi Nazionali e Internazionali, a corsi (ad es. Corsi Superiori SIC 1978 Trento, Padova, Roma) relativi alla diagnostica e terapia delle aritmie, che hanno contribuito alla diffusione della problematica aritmologica in Italia (Fig. 4). Particolare cura è stata data ai rapporti con altre Società quali il Working Group of Arrhythmias e il Working Group on Cardiac Pacing of the European Society of Cardiology (Fig./foto 7), alla partecipazione a Congressi Nazionali SIC-AMNCO. Particolarmente significativi e fruttuosi i rapporti con la Società Italiana di Cardiologia dello Sport (SIC-Sport) fondata in Roma il 13 marzo 1981. Soci fondatori sono stati Carù, Caselli, Dalla Volta, Dagianti, Furlanello, Lubich, Masini, Nocini, Pelliccia, Piovano, Rizzon, Rulli, Sangiorgi, Solinas, Tuccimei, Venerando, Zacà, Zeppilli (Fonte Cardiologia degli Ospedali, ottobre 1981). Con questa Società vi è stata subito una buona collaborazione, ad esempio nella compilazione dei protocolli COCIS per le aritmie cardiache e cardiopatia aritmogene fin dalla prima edizione del 1989 (noto come Libretto Rosso), che verranno riproposti aggiornati nel settembre 2017 CONI-Roma.
Contrariamente a quanto avviene nei tempi attuali, negli anni del GISEA, 1976-1993, era estremamente fertile il campo della validazione clinica dei molti farmaci antiaritmici presentati dall’industria, dei quali ben pochi sono sopravvissuti e usati tuttora. Il GISEA si impegnava, ad esempio, in un largo studio policentrico, 88 Centri Cardiologici, 260 pazienti, senza o scarsa cardiopatia, trattati con flecainide per os, con Holter 24 + 24 ore (per la verifica della variabilità quotidiana) e al 31° giorno, nel confronto con i livelli plasmatici del farmaco. (Efficacy and safety of flecainide in patients with stable ventricular ectopic beats. Multicenter trial of the Italian Study Group on the Electrophysiology of Arrhythmias. Giornale Italiano di Cardiologia, 1989/19/360-379). Un analogo studio policentrico GISEA per l’encainide è stato interrotto in fase di avanzata realizzazione, a seguito delle decisioni della Bristol Myers in conseguenza dell’esito negativo del Cardiac Arrhythmia Suppression Trial (CAST) 1989. Il Gruppo di Parma G. Botti-Bonatti (Divisione di Cardiologia) ha portato a termine uno studio sulla bunaftine (farmaco che purtroppo spariva dalla terapia clinica), farmaco di 3° classe, studiandone in modo positivo gli effetti cardiaci attraverso la registrazione endocavitaria da potenziale d’azione cardiaca.
Una fraterna collaborazione si era instaurata e mantenuta , particolarmente attraverso la partecipazione ai Congressi di Marilleva, di uno dei leader della cardiologia spagnola, Bayes de Luna, con cui si sono condivisi protocolli di studio, pubblicazioni di monografie di aritmologia clinica e sportiva, orientamenti classificativi di aritmie ipo-ipercinetica per il GISEA (ipo-iperattive per gli spagnoli!). Nella Fig. 5 la prima partecipazione di Bayes de Luna alle Nuove Frontiere 1978 (Marilleva 900).

Rapporti GISEA e Congressi Nuove Frontiere delle Aritmie
Si è trattato di rapporti molto intensi, proficui, molteplici, continui. Per quanto riguarda i singoli membri e Direttivo GISEA, la partecipazione attiva si è realizzata come referee nella scelta delle relazioni inviate, nella stesura dei programmi scientifici e nella partecipazione individuale come speakers e moderatori, che ha coinvolto gran parte dei membri attivi del GISEA. Moltissimi giovani aritmologi hanno avuto così la possibilità di presentare relazioni a Simposi compartecipati da relatori internazionali con grande notorietà ed esperienza, soprattutto dal VI International Congress of The New Frontiers of Arrhythmias 1984, sponsoraizzato dall’European Society of Cardiology Working Group on Arrhythmias – Intracardiac Electrophysiology and Working Group on Cardiac Pacing.

Da questo Congresso vi è stata una grande partecipazione internazionale nonché l’uso obbligatorio della lingua inglese (senza quella traduzione simultanea che veniva precedentemente effettuata). I nominativi di molti membri GISEA sono stati sistematicamente inseriti nell’editorial board della rivista New Trends in Arrhythmias (CIC Edizioni Internazionali managing Editor A. Salvati, Roma), che riportava anche “Published under the auspices of the Italian Group of Arrhythmology” (Fig.6). Nella Fig. 7 si riportano, dagli Atti del VI Congresso New Frontiers of Arrhythmias 1994, i nominativi relativi al Direttivo al passaggio GISEA-GIA (1993). Dopo questo passaggio cessava la pubblicazione della rivista New Trends of Arrhythmias.

Gli annulli speciali delle buste ufficiali delle Nuove Frontiere delle Aritmie quale momento esemplificativo dello sviluppo nel tempo dell’aritmologia
La Società Filatelica Trentina curava, fin dal II Congresso Le Nuove Frontiere delle Aritmie, la preparazione di una “busta ufficiale” a valore postale nazionale, la cui parte fondamentale legale è rappresentata dal timbro “annullo speciale” (formalizzato da uno speciale Ufficio Postale distaccato in sede del Congresso, prima giornata). Tutto questo progetto, che ha comportato l’elaborazione di 15 successive buste, è stato curato da Giuseppe Inama. Ciascuna busta ha riprodotto un’aritmia o un simbolo aritmico importante, emblematico per quel periodo storico, presentato nel singolo Congresso. Ad esempio, la prima busta ufficiale 1976 riportava una fibrillazione atriale in corso di WPW. La storia di queste “buste ufficiali” è stata successivamente pubblicata dal Berndt Luderitz che ne ha riportato esempi sui suoi volumi della History of the Disorders of Cardiac Rhythm, come già ricordato.

Luderitz, che possiede il numero 1 di quasi tutte le “buste ufficiali”, per averle ricevute personalmente, ha consegnato alla storia dell’aritmologia mondiale questa raccolta, sia pubblicandone taluni aspetti particolari, che riportata in un unico quadro (Fig. 7), sia allo Stand itinerante dei Congressi ESC (es. Barcellona 2014), che esponendole stabilmente presso il Museo di Storia della Cardiologia di Duesseldorf (Germania). Ciò già figura nel sito AIAC della Storia della Cardiologia nel quale Luca Santini elegantemente riporta: “Da segnalare, a ulteriore conferma del prezioso e apprezzato contributo italiano alla storia della Cardiologia europea, una splendida raccolta completa di inviti originali, perfettamente conservati nelle loro buste, alle varie edizioni dello storico congresso ‘Le Nuove frontiere delle Aritmie’, organizzato per 30 anni, dal 1974 al 2004, con incomparabile passione e competenza dal professor Francesco Furlanello a Marilleva Val di Sole (Trento) e che ha visto costantemente, ad ogni edizione, la partecipazione dei massimi aritmologi mondiali” (Fig. 8).
A cura del Prof. Francesco Furlanello
Fellow of the European Society of Cardiology