Fibrillazione atriale e deterioramento cognitivo

L’ischemia cerebrale clinicamente sintomatica non è l’unica conseguenza neurologica della fibrillazione atriale (FA), che, come dimostrato in diversi studi, può avere un impatto negativo sulle funzioni cognitive ed è associata ad un rischio aumentato di demenza. Numerosi studi hanno confermato l’associazione fra FA e deterioramento cognitivo. Per esempio, il Rotterdam Study (1) ha riportato un odds ratio corretto per età e sesso di 2.3 (95% CI, 1.4-3.7) per demenza e di 1.7 (95% CI, 1.2-2.5) per deterioramento cognitivo. In una recente meta-analisi condotta su circa 30.000 pazienti, Kalantarian e collaboratori (2) hanno dimostrato che la FA è associata ad un rischio di compromissione delle funzioni cognitive del 40% maggiore rispetto ad una popolazione in ritmo sinusale; tale compromissione colpisce prevalentemente la memoria verbale, l’attenzione e le funzioni esecutive. Nonostante le evidenze crescenti, ad oggi esistono pochi studi longitudinali ad aver valutato la correlazione esistente fra FA e disfunzione cognitiva dominio-specifica. Recentemente, Arvind Nishtala della University of California e colleghi (3) hanno pubblicato sulla rivista Heart Rhythm un’analisi trasversale e longitudinale che ha analizzato l’associazione fra FA e performance cognitive in una popolazione di pazienti arruolati nel Framingham Heart Study.
Lo studio
Lo studio ha arruolato 2682 soggetti dei quali 112 (4%) presentavano FA (età media 72±9 anni, 32% femmine) alla valutazione iniziale. Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad una batteria di test standardizzati per la valutazione neuropsicologica dei principali domini cognitivi, nello specifico la memoria visiva, il ragionamento astratto, l’organizzazione visuospaziale, la funzione esecutiva e l’attenzione. I risultati dei test sono stati corretti per i fattori di rischio vascolare ed i livelli di apolipoproteina ε4, che rappresenta un fattore di rischio per la malattia di Alzheimer. La presenza di FA è risultata esser associata a peggiori performance ai test di funzione esecutiva e ad una peggiore attenzione all’analisi trasversale della popolazione esaminata. Ad una valutazione separata basata sul sesso, i maschi con FA prevalente hanno presentato una maggiore compromissione del ragionamento astratto e delle funzioni esecutive, a differenza dei soggetti di sesso femminile, che invece hanno mostrato migliori funzioni esecutive. Nella coorte originale del Framingham Heart Study, solo la presenza di FA al momento dell’arruolamento è stata associata ad un declino longitudinale della funzione esecutiva, a differenza della popolazione dei discendenti, in cui solo i pazienti con FA di nuova insorgenza hanno mostrato un declino longitudinale significativo della stessa. In considerazione del fatto che l’attenzione, la funzione esecutiva ed il ragionamento astratto sono domini cognitivi associati ad atrofia del lobo frontale, ictus ed aumento dell’iperintensità della sostanza bianca, tali manifestazioni riflettono un profilo patologico di carattere vascolare.
Conclusioni
All’analisi trasversale e longitudinale di una popolazione di pazienti arruolati nel Framingham Heart Study, la presenza o la nuova insorgenza di FA ha contribuito a un significativo deterioramento delle funzioni esecutive, in particolare nei pazienti di sesso maschile. Tale deterioramento cognitivo è imputabile verosimilmente a una compromissione funzionale di natura vascolare.
Domenico Giovanni Della Rocca
Texas Cardiac Arrhythmia Institute
St. David’s Medical Center, Austin, Texas
Bibliografia
1. Ott A, Breteler MM, de Bruyne MC, et al. Atrial fibrillation and dementia in a population-based study. The Rotterdam Study. Stroke 1997; 28: 316–21.
2. Kalantarian S1, Stern TA, Mansour M, et al. Cognitive impairment associated with atrial fibrillation: a meta-analysis. Ann Intern Med 2013;158: 338-46.
3. Nishtala A, Piers RJ, Himali JJ, et al. Atrial fibrillation and cognitive decline in the Framingham Heart Study. Heart Rhythm 2018; 15: 166-72.