Impatto della pandemia COVID-19 sull’aritmologia italiana: i risultati della survey AIAC

La pandemia COVID-19 ha avuto in Italia un profondo impatto sull’organizzazione dell’assistenza sanitaria, con una drastica riduzione dei contatti tradizionali, al fine di continuare a garantire l’assistenza e la cura adeguata per le patologie non COVID-19. In questo complesso scenario non erano disponibili dati sull’impatto della pandemia sui diversi aspetti dell’assistenza sanitaria in campo aritmico ed elettrofisiologico, né durante il periodo di lockdown, né durante la cosiddetta “Fase 2” (fase di recupero post-COVID-19) iniziata il 4 maggio 2020, finalizzata ad una riorganizzazione di tutte le attività, compresa quella sanitaria, dopo il periodo di maggiore emergenza. Al fine di indagare questi aspetti, il 24 aprile 2020 l’AIAC ha lanciato una survey aperta a tutti gli aritmologi italiani, composta da un questionario di 18 domande. La survey è stata chiusa dopo un mese ed i risultati sono stati recentemente pubblicati sull’Internal and Emergency Medicine.
I risultati della survey
Hanno partecipato alla survey 103 aritmologi appartenenti a 84 centri italiani. La stragrande maggioranza dei centri partecipanti (95.2%) riportava una significativa riduzione del numero di impianti di pacemaker elettivi durante i due mesi di maggiore emergenza sanitaria (marzo-aprile 2020) rispetto ai corrispondenti due mesi dell’anno 2019 (il 50.0% dei centri riportava una riduzione >50%, figura, riquadro A). Allo stesso modo, il 92.9% dei centri partecipanti riportava una riduzione significativa nel numero di impianti di ICD in prevenzione primaria e il 72.6% una riduzione significativa degli impianti di ICD in prevenzione secondaria (veniva riportata una riduzione >50% rispettivamente nel 65.5 e nel 44.0% dei centri partecipanti, figura, riquadro B).
La maggioranza dei centri partecipanti (77.4%) riportava una significativa riduzione del numero di ablazioni elettive durante i due mesi di maggiore emergenza sanitaria rispetto ai corrispondenti due mesi dell’anno 2019 (riduzione >50% nel 65.5% dei centri). Anche le procedure interventistiche eseguite in un contesto di emergenza (come il posizionamento di pacemaker temporaneo e le ablazioni di storm aritmico), così come la gestione acuta della fibrillazione atriale ha subito una marcata riduzione nella maggior parte dei centri che hanno partecipato alla survey.

Conclusioni
La pandemia COVID-19 sta sconvolgendo l’intero assetto organizzativo dell’assistenza sanitaria, in particolare dell’assistenza ospedaliera. I risultati di questa survey dimostrano che la pandemia ha avuto un impatto enorme sulle attività legate alla gestione delle aritmie e sull’elettrofisiologia in Italia nel periodo marzo-aprile 2020. In questo periodo c’è stata una riduzione del >50% nel numero di impianti di pacemaker e ICD, con un importante riduzione non solo degli impianti di ICD per la prevenzione primaria della morte improvvisa, ma anche degli impianti di ICD in prevenzione secondaria. Vi è stata inoltre una notevole riduzione delle procedure di ablazione che ha interessato anche le procedure eseguito in setting di emergenza.
Nella fase di recupero post-COVID-19 sarà assolutamente necessario l’adozione di nuovi modelli organizzativi per il ricovero dei pazienti al fine di ridurre al minimo il rischio di infezione, come la riduzione della durata della degenza dei pazienti sottoposti a procedure elettive mediante l’adozione di regimi di ricoveri brevi (day surgery o ordinari con un solo pernottamento).
Bibliografia
Boriani G, Palmisano P, Guerra F, et al. Impact of COVID-19 pandemic on the clinical activities related to arrhythmias and electrophysiology in Italy: results of a survey promoted by AIAC (Italian Association of Arrhythmology and Cardiac Pacing). Intern Emerg Med. 2020;10.1007/s11739-020-02487-w. doi:10.1007/s11739-020-02487-w