L’ablazione dell’extrasistolia ventricolare polimorfa

L’extrasistolia ventricolare polimorfa è di frequente riscontro in pazienti con cuore strutturalmente sano ed è associata a una minore efficacia della procedura di ablazione transcatetere. Uno studio recente, pubblicato sulla rivista Heart Rhythm, ha valutato l’efficacia dell’ablazione in pazienti con extrasistolia polimorfa frequente e i fattori predittivi di successo di tale procedura.
Background
Frequenti battiti ventricolari prematuri (PVC) possono manifestarsi sia in pazienti con cuore strutturalmente sano, sia in pazienti con cardiopatia strutturale. In quest’ultimo caso, è comune riscontrare un’extrasistolia polimorfa che origina da multipli foci ventricolari. Tuttavia, la presenza di PVC polimorfe è tutt’altro che infrequente anche in pazienti con cuore strutturalmente sano. Studi recenti hanno dimostrato che l’efficacia dell’ablazione transcatetere è inferiore in caso di extrasistolia ventricolare polimorfa (1,2). Sono ancora poco conosciuti i fattori determinanti la riuscita della procedura, in particolare le caratteristiche cliniche e il burden di PVC a morfologia non dominante, correlati con il successo dell’ablazione. Uno studio recente di Sheldon et al. (3), pubblicato su Heart Rhythm, ha valutato la sicurezza, l’efficacia ed i fattori predittivi di successo a breve e lungo termine in pazienti sottoposti ad ablazione transcatetere di PVC polimorfe in assenza di cardiopatia strutturale.
Lo studio
Lo studio ha arruolato 153 pazienti consecutivi con indicazione ad ablazione transcatetere di PVC. Cinquantatre pazienti sono stati esclusi dall’analisi per presenza di cardiopatia strutturale o inadeguatezza dei dati elettrocardiografici ambulatoriali preprocedurali. La popolazione finale di 100 pazienti presentava un’età media di 52±15 anni ed era costituita per il 53% da maschi. Al monitoraggio elettrocardiografico ambulatoriale preprocedurale, il 31% presentava un’extrasistolia ventricolare polimorfa (gruppo 1) e il 69% mostrava frequenti PVC monomorfe (gruppo 2). I pazienti con extrasistolia polimorfa presentavano in media 3.5 ± 1.2 morfologie differenti. Il focus aritmogeno più frequente è stato localizzato in entrambi i gruppi in corrispondenza dei tratti di efflusso, rispettivamente nel 65% dei pazienti con PVC polimorfe e nel 77% dei pazienti con PVC monomorfe (p=0.2). Nel 29% dei pazienti con PVC polimorfe, il focus responsabile delle extrasistoli a morfologia prevalente è stato localizzato in sede epicardica, contro il 9% dei pazienti con extrasistolia monomorfa (p=0.008). Il follow-up medio è stato di 17 mesi (range interquartile: 5.8-36.8 mesi). La percentuale di successo dell’ablazione transcatetere è stata del 71% nel gruppo 1 e del 90% nel gruppo 2 (p=0.017). La presenza di PVC polimorfe è risultato essere un fattore predittivo di insuccesso della procedura, indipendentemente dalla sede di origine delle extrasistoli a morfologia prevalente. In 12 pazienti su 17 con frazione di eiezione <50% e sospetta tachicardiomiopatia da extrasistolia ventricolare frequente, si è osservata una normalizzazione della contrattilità ventricolare dopo ablazione. Nel gruppo di pazienti con extrasistolia ventricolare polimorfa, un cut-off >156PVC/24h con morfologia non prevalente è risultato essere un buon fattore predittivo di insuccesso della procedura (area sotto la curva:0.64, sensibilità: 56%, specificità: 74%). Venti pazienti sono stati sottoposti a una seconda ablazione per insuccesso della prima procedura in acuto (30% dei casi) o recidiva a lungo termine (70% dei casi). L’intervallo medio dalla procedura alla recidiva sintomatologica è stato di 30 ± 13 mesi. In 16 pazienti (80%) la recidiva è stata causata da PVC con morfologia prevalente, precedentemente sottoposta ad ablazione transcatetere, in 3 (15%) da un incremento di PVC già presenti in precedenza ma non a morfologia prevalente ed in un caso (5%) all’attivazione di un nuovo focus aritmogeno.
Conclusioni
La presenza di PVC polimorfe è un importante fattore predittivo di successo della procedura di ablazione transcatetere. Tuttavia, le recidive sintomatiche sono generalmente dovute alla riattivazione del focus responsabile delle extrasistoli a morfologia prevalente e precedentemente sottoposto ad ablazione. Pertanto, un’efficace eliminazione delle extrasistoli a morfologia prevalente è correlata a un elevato successo della procedura, indipendentemente dalla presenza di PVC con altra morfologia e dall’ablazione dei foci responsabili di tali extrasistoli.
Domenico Giovanni Della Rocca
Texas Cardiac Arrhythmia Institute
St. David’s Medical Center (Austin, TX)
Bibliografia
1. Baser K, Bas HD, Belardi D, et al. Predictors of outcome after catheter ablation of premature ventricular complexes. J Cardiovasc Electrophysiol 2014;25:597-601.
2. Latchamsetty R, Yokokawa M, Morady F, et al. Multicenter Outcomes for Catheter Ablation of Idiopathic Premature Ventricular Complexes. JACC: Clinical Electrophysiology 2015;1:116-23.
3. Sheldon SH, Latchamsetty R, Morady F, et al. Catheter ablation in patients with pleomorphic, idiopathic, premature ventricular complexes. Heart Rhythm. 2017 Nov;14(11):1623-28.