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Rischio di stroke in pazienti con Sindrome di Brugada

Dalla letteratura

La sindrome di Brugada (BrS) è una sindrome ereditaria responsabile di un incremento del rischio di fibrillazione ventricolare/morte cardiaca improvvisa in assenza di cardiopatia strutturale. Oltre a un aumentato rischio di tachiaritmie ventricolari, è stata riportata una elevata prevalenza di fibrillazione atriale (FA) nei pazienti affetti da tale sindrome, con percentuali variabili dal 9 al 39%. Come noto, gli eventi cerebrovascolari rappresentano una delle complicanze più temibili della FA. Al momento, la stratificazione del rischio tromboembolico e l’eventuale indicazione all’inizio di una terapia anticoagulante orale avvengono sulla base degli score CHADS2 e CHA2DS2-VASc, sistemi di valutazione del rischio ampiamente utilizzati nella pratica clinica. Un articolo recente, pubblicato da de Asmundis C. et al. sul Journal of Cardiovascular Medicine (1), ha valutato l’incidenza degli eventi cerebrovascolari in un’ampia coorte di pazienti affetti da BrS.

Lo studio

I dati riportati nello studio sono stati collezionati in maniera prospettica in un registro contenete 671 pazienti affetti da BrS (età media 42±17 anni; 63% maschi). Fra di essi, 79 (11.8%) avevano diagnosi di fibrillazione e flutter atriale, con una maggiore prevalenza di FA parossistica (87.3%) rispetto a forme persistenti (8.9%) o permanenti (3.8%). Nella sottopopolazione di pazienti con FA, il valore medio di CHADS2 e CHA2DS2-VASc era rispettivamente di 0.21±0.50 e 0.65±0.88. Nello specifico, l’82.2% di essi presentava un CHADS2 pari a 0 ed uno stesso valore di CHA2DS2-VASc nel 54.4% dei casi. Durante un follow-up medio di 11±5 anni, si sono registrati 13 eventi cerebrovascolari. Due di essi sono stati esclusi dall’analisi per mancanza di una chiara correlazione fra FA e evento embolico. L’età media all’insorgenza dell’evento è stata di 59±11 anni. I valori medi di CHADS2 e CHA2DS2-VASc nei pazienti con eventi cerebrovascolari erano rispettivamente di 0.27±0.65 e 0.82±0.98, e non sono risultati essere significativamente maggiori rispetto al rimanente gruppo di pazienti con BrS ed FA senza eventi cerebrovascolari. Le uniche variabili cliniche con una differenza statisticamente significativa nei pazienti con FA con e senza eventi tromboembolici sono risultate essere l’età e la prevalenza di episodi asintomatici di FA, essendo i pazienti con ictus o TIA significativamente più anziani e con una prevalenza maggiore di FA asintomatica.

Conclusioni

Il presente studio ha documentato una prevalenza di FA pari all’11.8% in un’ampia popolazione di pazienti affetti da BrS. In tale sottopopolazione, l’incidenza di eventi tromboembolici è stata del 13.9%, inaspettatamente elevata rispetto al numero di eventi atteso sulla base degli score CHADS2 e CHA2DS2-VASc. Per tale motivo, sebbene questi risultati siano lontani dall’essere conclusivi, un monitoraggio regolare del ritmo cardiaco, ad esempio mediante loop recorder impiantabile, sembrerebbe essere ragionevole in pazienti con BrS, al fine di identificare gli episodi asintomatici di FA.

Domenico Della Rocca

Bibliografia:
1. de Asmundis C, Mugnai G, Chierchia GB, et al. Abnormally high risk of stroke in Brugada syndrome. Journal of Cardiovascular Medicine 2019; 20(2): 59 – 65.

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