Tachicardia atriale post crioablazione della fibrillazione atriale

La procedura di crio-ablazione eseguita con palloni di seconda generazione (CBA) per l’isolamento delle vene polmonari (PVI) è caratterizzata da un elevata percentuale di successo e da outcome favorevoli nei pazienti affetti da fibrillazione atriale parossistica e persistente. La prevalenza della tachicardia atriale (AT) dopo PVI si aggira intorno al 2.8% e si associa ad una maggiore sintomatologia a causa di frequenze ventricolari raggiunte più elevate rispetto alla fibrillazione atriale stessa. Tale aritmia, inoltre, è generalmente non responsiva alla terapia medica e richiede una nuova strategia ablativa. Il meccanismo primario supposto è la riconnessione atrio-venosa, mentre un meccanismo di macro-rientro è stato descritto soltanto in uno studio.
Lo studio
È stato recentemente pubblicato sul Journal of Cardiology uno studio da Lyan et al. (1), con lo scopo di valutare l’incidenza, il meccanismo, il substrato sottostante e i predittori clinici di AT dopo CBA in una coorte di pazienti affetti da fibrillazione atriale persistente.
Sono stati arruolati nello studio 238 pazienti (età media: 64.8±11.2 anni, 145 (60.9%) di sesso maschile) affetti da fibrillazione atriale persistente e parossistica sottoposti a CBA: 4 pazienti sono stati esclusi dallo studio a causa di un follow-up incompleto. Durante 11.9±5.5 mesi, il 75.2% (179/238 pazienti) dei pazienti non aveva sperimentato alcuna recidiva aritmica, mentre il 20.6% (49/238 pazienti) aveva presentato recidiva di fibrillazione atriale e l’11.3% (27/238) riscontro di AT sostenuta. Dei 49 pazienti con recidiva di fibrillazione atriale, 17 (34.7%) avevano una concomitante AT e 32 (65.3%) pazienti soltanto una fibrillazione atriale. Una procedura redo di ablazione è stata eseguita in 40/59 pazienti (67.8%), in 26 pazienti per AT ed in 14 per AF. Il meccanismo prevalente riscontrato è stato il macro-rientro (flutter atriale tipico (10 pazienti), macro-rientro atriale sinistro (14 pazienti), AT focale sinistra in (2 pazienti)).
L’analisi del substrato ha rivelato la presenza di aree di basso voltaggio nell’atrio sinistro in tutti i pazienti con AT sinistra ed aree di basso voltaggio nella parete posteriore dell’atrio destro come parte del circuito di rientro in tutti i pazienti con AT atriale destra non CTI dipendente. L’analisi multivariata ha mostrato come il tipo di AF (HR=3.3; CI=1.2-9.4; P=0.022), il tipo di cardiomiopatia (HR=3.5; CI=1.5-8.4; P<0.0001), le anormalità delle VP (HR=4.6; CI=2.1-10.4; P=0.022), il trattamento con beta bloccante nel follow up (HR=0.3; CI=0.1-0.6; P=0.001) siano dei predittori indipendenti di AT.
Conclusioni
I risultati dello studio dimostrano come l’incidenza di AT dopo CBA sia relativamente alta (11.3%) e che il macro-rientro sia il meccanismo prevalente. L’analisi del substrato ha mostrato come tutti i pazienti con AT sinistra presentino aree di basso voltaggio nell’atrio sinistro suggerendo una sottostante progressiva malattia fibrotica in tale categoria di pazienti.
Germana Panattoni
Bibliografia
1. Lyan E, Yalin K, Abdin A, et al. Mechanism, underlying substrate and predictors of atrial tachycardia following atrial fibrillation ablation using the second-generation cryoballoon. Journal of Cardiology 2019; DOI: https://doi.org/10.1016/j.jjcc.2019.02.006.