Catetere Orion, un valore aggiunto nella diagnosi del circuito delle tachicardie atriali da rientro

Il sistema Rhythmia consente di identificare istmi critici con segnali di ampiezza molto bassa che spesso non vengono registrati dai cateteri tradizionali. È quanto emerge da uno studio, i cui risultati sono stati pubblicati su Circulation: Arrhythmia and Electrophysiology, che ha indagato l’impiego del sistema Rhythmia per il mappaggio delle tachicardie atriali da rientro che insorgono dopo ablazione della fibrillazione atriale o riparazione della valvola mitralica.
Queste aritmie rappresentano una sfida per l’aritmologo in quanto in circa un terzo dei casi possiedono un istmo critico con segnali di ampiezza estremamente bassa, inferiore a 0,03 mv. Sistemi basati sull’impiego di ECG, del mapping elettroanatomico, dell’entrainment e di imaging del substrato anatomico sono comunemente utilizzati nella diagnosi del circuito ma la loro attuazione non conduce sempre al risultato ottimale e a una diagnosi univoca. Il sistema di mappaggio Rhythmia rappresenta un avanzamento in questo campo, grazie all’impiego di un catetere basket a 64 poli – IntellaMap Orion – che incorpora piccoli elettrodi unidirezionali per sopprimere il rumore e garantire così una risoluzione estremamente elevata.
Per studiare la capacità di questo sistema nell’identificare gli istmi critici da ablare, i ricercatori hanno preso in considerazione 33 tachicardie atriali verificatesi in 19 pazienti sottoposti ad ablazione della fibrillazione atriale o riparazione della valvola mitralica. Il rumore dell’elettorgramma (EGM) bipolare è stato misurato in 10 siti prespecificati, sul catetere standard e sull’ECG superficiale. Per quanto riguarda gli istmi critici, l’EGM bipolare è stato misurato in termini di ampiezza, durata e velocità di conduzione. Dai risultati è emerso che il rumore del catetere Orion (0,011 ± 0,004 mV) è significativamente più basso di quello del catetere standard (0,016 ± 0,019 mV) e dell’ECG superficiale (0,02 ± 0,01 mV). Per quanto riguarda le tachicardia atriali di rientro, all’interno degli istmi critici, l’ampiezza (0,08 ± 0,11 mV) e la velocità di conduzione (0,27 ± 0,19 m/s) dell’EGM bipolare è risultata minore rispetto a quelli registrati in siti ortodromicamente prima (0,62 ± 0,93 mV; 1 ± 0,49 m/s) e dopo (0,80 ± 1,59 mV; 1 ± 0,73 m/s) l’isto (P<0,001 per tutti). In generale l’elevata risoluzione del catetere Orion ha quindi permesso di identificare, anche in atri con grosse aree fibrotiche e cicatriziali, gli istmi più piccoli, garantendo così una maggiore efficacia dell’ablazione: nel 97% dei casi, infatti, l’intervento ablativo ha comportato la terminazione dell’aritmia.
Bibliografia
Lactu DG, Bun SS, Viera F, et al. Selection of critical isthmus in scar-related atrial tachycardia using a new automated ultrahigh resolution mapping system. Circulation: Arrhythmia and Electrophysiology 2017; 10: e004510.