Il sistema Rhythmia HDx, efficace anche per le aritmie ventricolari

Il sistema Rhythmia HDx, basato sull’impiego del catetere basket a 64 poli IntellaMap Orion, permette di effettuare mappe a elevatissima densità in modo rapido e sicuro, anche nell’ambito dell’ablazione delle aritmie ventricolari. I risultati di uno studio pubblicato su Heart Rhythm mostrano inoltre che l’utilizzo di questa tecnologia si associa a outcome clinici incoraggianti a medio termine (1).
Lo studio ha preso in considerazione 20 procedure di ablazione di tachicardia o extrasistole ventricolare realizzate con sistema Rhythmia HDx e catetere IntellaMap Orion su 19 pazienti in cura presso due centri di Londra per una di queste aritmie ventricolari. In totale sono state realizzate 47 mappe elettroanatomiche, incluse 3 mappe del ventricolo destro e 9 mappe epicardiche. Il mappaggio del ventricolo sinistro è risultato sicuro, senza complicanze legate al catetere basket, sia con accesso transettale (n = 13) che con accesso transaortico (n=11). La mappe di substrato delle tachicardie ventricolari (n=14; 10.184 punti in media) hanno invece permesso di mettere in evidenza potenziali tardivi con un’alta risoluzione. Le mappe di attivazione delle tachicardie ventricolari (n=25; 6401 punti in media) ottenute con annotazione automatica includevano 7 mappe complete in 5 pazienti in cui è stato possibile visualizzare in modo accurato l’intero ciclo dell’aritmia. Le mappe relative alle extrasistole ventricolari (n=8) hanno permesso di localizzare con successo in tutti i casi, con tutti i battiti associabili a episodi clinici. Per quanto riguarda gli outcome clinici, a un follow up medio di 10 mesi non si sono registrate recidive nel 75% dei pazienti sottoposti ad ablazione di tachicardia ventricolare e nel 84% di quelli sottoposti a ablazione di extrasistole ventricolare.
Bibliografia
1. Viswanathan K, Mantziari L, Butcher C, et al. Evaluation of a novel high-resolution mapping system for catheter ablation of ventricular arrhythmias. Heart Rhythm 2017; 14(2): 176-183