Sistema di mappaggio Rhythmia per la diagnosi delle tachicardie atriali da macrorientro

Nei pazienti sottoposti a precedente ablazione delle fibrillazione atriale, un mappaggio ad alta intensità permette di identificare con successo i circuiti e gli istmi delle tachicardie atriali da macrorientro. È quanto emerge da uno studio pubblicato su Heart Rhythm, i cui risultati hanno implicazioni pratiche per le procedure di ablazione della fibrillazione atriale (1).
Sono stati presi in considerazione 57 pazienti che avevano sviluppato una o più tachicardie atriali da macrorientro dopo una procedura di ablazione. In totale sono stati analizzati, con un sistema di mappaggio ad alta intensità Rhythmia, 88 circuiti che costituivano il substrato di queste aritmie, di cui 16 a livello dell’istmo cavo-tricuspidale, 42 dell’istmo mitralico e 30 circuiti roof-dependent.
Dai risultati è emerso che delle 16 tachicardie atriali da macrorientro originate a livello tricuspidale 8 (50,0%) avevano un circuito non limitato all’anulus tricuspidale, ma l’ablazione dell’istmo cavo-tricuspidale ha permesso di terminare l’aritmia in tutti i pazienti. In modo simile, 26 delle 42 aritmie originate a livello dell’istmo mitralico avevano un circuito non limitato all’anulus mitralico, con una zona a basso voltaggio (<0,1 mV) in corrispondenza dell’anulus mitralico associata tachicardie atriali peri-mitraliche atipiche (p < 0,0001). In 13 di queste 26 aritmie l’istmo pratico non era localizzato al livello dell’istmo mitralico. Infine, 22 delle 30 tachicardie atriali roof-dependent (73,3%) avevano un circuito che non ruotava attorno entrambe le coppie di vene polmonari. Una rapida valutazione della direzione di attivazione a livello della parete posteriore in relazione a quelle a livello della parete settale, anteriore e laterale ha permesso di identificare il circuito della tachicardia atriale roof-dependent in 27 caso su 30 (90,0%). In generale gli istmi pratici, il 36,4% dei quali non era localizzato a livello del tetto, sono risultati significativamente più corti degli istmi anatomici usuali (16,1 ± 8,2 mm vs. 33,7 ± 10,4 mm; p < 0,0001).
Bibliografia
1. Takigawa M, Derval N, Frontera A, et al. Revisiting anatomic macroreentrant tachycardia after atrial fibrillation ablation using ultrahigh-resolution mapping: Implications for ablation. Heart Rhythm 2018; 15:326 – 333.