Toni cardiaci, misurazione tramite device o metodo auscultatorio?

La misurazione del terzo tono cardiaco attraverso un device impiantabile è più efficace del metodo auscultatorio classico nel predire un peggioramento dello scompenso cardiaco. È quanto emerge dai risultati, pubblicati sul Journal of Cardiac Failure, di uno studio condotto da un gruppo di ricerca statunitense su un campione di pazienti inclusi nel trial MultiSENSE (1).
Sono stati analizzati i dati provenienti da 900 pazienti con un’età media di 67 anni, in prevalenza maschi (73%), in classe NYHA II (67%) o III (27%) e con una frazione di eiezione del ventricolo sinistro media del 30%. Nel corso dello studio sono stati valutati 5704 terzi toni cardiaci rilevati mediante auscultazione, valutati come nulli in 5.144 report, bassi in 438 report, moderati in 119 report e forti in 3. I corrispondenti toni registrati tramite device sono stati ottenuti in 4629 dei 5704 casi. Nonostante sia emersa una sostanziale concordanza tra i toni registrati tramite device e quelli auscultati, i primi sono risultati – sia durante lo studio che durante le visite di follow up – più efficaci nel predire i peggioramenti dello scompenso cardiaco.
Secondo i risultati di successive simulazioni, la superiorità dei toni cardiaci misurati attraverso device potrebbe dipendere dalla capacità dei dispositivi di effettuare misurazioni multiple durante il giorno e ridurre così l’impatto di fluttuazioni emodinamiche transitorie e dalla loro capacità di rilevare anche toni non rilevabili dall’orecchio umano. La rilevazione automatica del terzo tono cardiaco permette infatti di superare i punti deboli del metodo auscultatorio, quali la necessità di un certo grado di esperienza clinica per effettuare l’esame, la possibilità di rappresentare solo un momento specifico della vita del paziente, la grande variabilità inter-osservatori e la limitatezza della gamma di frequenze udibili dall’essere umano.
Bibliografia
1. Cao M, Gardner RS, Hariharan R, et al. Ambulatory monitoring of heart sounds via an implanted device is superior to auscultation for prediction of heart failure events. Jourlan of Cardiac Failure 2020; 26(2): 151-159