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Molte pagine ancora da scrivere…

“Apro il congresso con la soddisfazione e l’orgoglio della partecipazione di tanti iscritti all’evento di un’Associazione cresciuta e che continua a crescere in rilevanza e prestigio”. L’entusiasmo di Maria Grazia Bongiorni nell’inaugurare il congresso nazionale della Associazione Italiana di Aritmologia e Cardiostimolazione di Pisa è ben illustrato dalla splendida fotografia del vulcano in eruzione che riempie lo schermo della grande aula del Palazzo dei Congressi del capoluogo toscano. “È il vulcano che mi piace pensare abbia voluto salutare l’avvio della mia presidenza, due anni fa a Catania”, ricorda facendo riferimento non all’Etna ma al vulcano islandese che portò alla chiusura dello spazio aereo e alla “invenzione” del ritorno a casa su un pullman noleggiato. Ma entusiasmo vuol dire passione per le idee e per l’innovazione e quale città meglio di Pisa avrebbe potuto accogliere i 1.112 partecipanti al congresso?

“Una città storica, che ha dato i natali a personaggi come Galileo, Fermi o Pacinotti, tutti in un modo o nell’altro legati alla nostra attività”, ha proseguito Bongiorni. Un’attività che si è nutrita, non solo negli ultimi due anni, con l’impegno di tutto il Consiglio direttivo, dei Consigli regionali e dei tanti che hanno sostenuto con idee e partecipazione le iniziative e i progetti condotti. Il discorso di apertura è stata l’occasione di un bilancio necessariamente sintetico: il Censimento, in primo luogo, “vero spaccato della Aritmologia e della Cardiostimolazione italiana, utile per monitorare l’attività svolta, il personale dedicato e l’evoluzione delle attrezzature e delle procedure eseguite nei vari centri del nostro Paese”. Hanno aderito all’indagine ben 303 aritmologie, che corrispondono circa al 70 per cento dei centri distribuiti sul territorio nazionale. In ognuno di essi lavorano circa 3,1 medici e 6,5 infermieri. La presenza dei tecnici è, in media, di 4,6 unità. Il 74 per cento dei centri dispone di una sala dedicata, mentre il 45 per cento opera in una sala condivisa con altre unità operative. Quali le procedure più frequentemente erogate? La quasi totalità dei centri esegue impianti e controlli di pacemaker; il 75 per cento studi elettrofisiologici; il 57 per cento ablazioni e il 19 per cento estrazioni di elettrocateteri.

È un quadro che mette l’Italia in una posizione di grande rilievo a livello europeo, al punto che – ha ricordato Angelo Auricchio, prestigioso relatore della seduta inauguraleil nostro Paese può candidarsi al ruolo di “apripista” in numerosi, importanti ambiti della disciplina.

La Presidente Bongiorni ha creduto opportuno legare integrazione con l’Europa ad uno degli impegni che ha maggiormente caratterizzato il lavoro del Direttivo: quello per lo sviluppo della professionalità del giovane aritmologo e per la crescita del numero e del “peso” della componente giovanile all’interno dell’Associazione. “Solo il 15 per cento di noi ha meno di 35 anni”, ha sottolineato Bongiorni; e anche Luigi Padeletti, nel raccogliere il testimone, è tornato sull’argomento ricordando come il terreno condiviso dagli iscritti all’AIAC sia quello di una disciplina difficile, complessa, che richiede dedizione e abilità sia teoriche che pratiche.

Quella italiana è una Aritmologia europea per il lavoro condiviso e di ricerca multicentrica (lo hanno ricordato Michele Brignole e Antonio Raviele nelle pagine della “Storia dell’AIAC”, il volume illustrato offerto in dono ai partecipanti al congresso), ma anche per le relazioni umane e affettive: con voce incrinata dall’emozione, Bongiorni ha presentato il grande Michel Haissaguerre, da buon francese vero “rivoluzionario” della disciplina. “Ricordo i giorni insieme a Bordeaux come un momento speciale della mia vita, trascorso ad imparare osservandolo in sala e guardandolo prendere carta e matita per spiegarmi le sue intuizioni”. Ascoltando il racconto, la platea ha potuto comprendere il vero significato della parola entusiasmo, vero motore che porta alla competenza. Altra parola chiave, dal momento che proprio alla “competence” è stato dedicato un essenziale momento formativo precongressuale che ha portato alla certificazione di 33 infermieri lungo un percorso coordinato da Gianluca Botto e dalle coordinatrici dell’Area Nursing dell’Associazione.

Formazione come mission dell’AIAC: lo ha sottolineato il coordinatore scientifico dell’evento, Sakis Themistoclakis, portando l’attenzione dei partecipanti sul taglio didattico di numerose sessioni congressuali: dalla back to School agli appuntamenti dell’How to do it. A questo riguardo, è stato importante il contributo dell’Area Giovani che ha supportato con convinzione lo sviluppo e la buona riuscita di questi momenti della “tre giorni” pisana.

Altra novità, l’aver voluto intitolare a cinque grandi Maestri altrettanti premi alle migliori comunicazioni: ha un valore che va interpretato come il desiderio forte di guardare avanti (e “oltre i confini”, come ha detto Bongiorni). Carlo Contini, Giuseppe Curzio, Antonio Feruglio, Giuseppe Gadaleta e Andrea Puglisi sono stati ricordati con straordinaria riconoscenza e affetto dai propri allievi che ne hanno ricordato le doti professionali e la ricchezza e la sensibilità umana, non tacendo i motivi di contrasto (“lui era interista e io milanista”, ha ammesso Maurizio Lunati riferendosi a Giuseppe Gadaleta…), in un momento della cerimonia di apertura particolarmente significativo. “È un motivo di grande orgoglio, una soddisfazione enorme – ha ammesso Pietro Palmisano, giovanissimo premiato, al primo anno dopo la Specializzazione e attivo oggi presso l’Unità operativa dell’Ospedale di Tricase in provincia di Lecce – ricevere un premio di questo genere in occasione di un bellissimo congresso, che per noi rappresenta una occasione davvero unica di aggiornamento e di confronto con i colleghi…”

In conclusione: 205 abstract proposti all’approvazione del Comitato scientifico, con un incremento del 18 per cento rispetto al precedente congresso (50 per cento provenienti dal Nord Italia, 29 per cento dal Centro e 21 per cento da Sud e isole); 18 sessioni di comunicazioni per un totale di 112 comunicazioni selezionate; 137 poster selezionati; faculty numerosa e competente, con un’età media di 58 anni e con una presenza femminile significativamente aumentata rispetto al 2010: 43 relatrici vs 18.

Tre giorni intensi e sostenuti da grande entusiasmo. “Molte pagine però sono ancora da scrivere”, è il messaggio lasciato da Maria Grazia Bongiorni, “per arricchire insieme la storia dell’AIAC”.

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