La valutazione del rischio nella fibrillazione atriale
Intervista a Roberto De Ponti, cardiologo aritmologo dell’Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi e docente dell’Università dell’Insubria (Varese).
Quali sono le novità più importanti in merito alla valutazione del rischio nell’ambito della fibrillazione atriale? Lo abbiamo chiesto a Roberto De Ponti in un’intervista realizzata in occasione del XVII International symposium on Progress in clinical pacing. Tra i risultati più interessanti e significativi relativi a questa tematica, De Ponti ha indicato quelli riguardanti la relazione tra attività ectopica e fibrillazione atriale e il ruolo dell’obesità, del sovrappeso e della sindrome delle apnee notturne.
“È emerso un quadro molto completo che ci ha fatto riflettere, anche sotto aspetti particolarmente nuovi, su un’aritmia che conosciamo molto bene”, ha sottolineato De Ponti. Rispetto alla presenza di ectopie, ad esempio, i risultati hanno dimostrato come questa possa sì costituire un indice di gravità della fibrillazione atriale, ma non rappresenti tuttavia un fattore di rischio indipendente in grado di predirne lo sviluppo. Al contrario, altri studi hanno individuato un’associazione forte tra lo sviluppo di fibrillazione atriale ed elementi e parametri clinici come il Body Mass Index o la presenza di apnee notturne.
“Il messaggio finale – conclude De Ponti – è che chi si occupa di ablazione della fibrillazione atriale deve guardare bene alla parte clinica. Questo sia nella fase di valutazione del paziente da sottoporre all’ablazione che in seguito, nel considerare, oltre alla parte elettrica concernete la procedura, anche tutto il management a breve e a lungo termine del paziente”.