Notizie e commenti

Le novità dall’ESC 2013

I nuovi trattamenti e dispositivi medici presentati ad Amsterdam, al meeting annuale dell’European Society of Cardiology, mostrano che i Cardiologi continuano a lavorare sodo per migliorare la qualità di vita dei propri pazienti e ampliare il bagaglio di conoscenze per una medicina basata sulle prove.

Abbiamo selezionato alcuni degli studi più significativi nel campo dell’Aritmologia che sono stati presentati all’ESC 2013.

Studio DECAAF: la fibrosi atriale quale predittore di esito nella ablazione della fibrillazione atriale
Nei pazienti con fibrillazione atriale, la risonanza magnetica con delayed enhancement (DE-MRI) eseguita prima della terapia ablativa permette di determinare il grado di tessuto cardiaco danneggiato (fibrosi atriale) ed aiutare a predire se il trattamento avrà successo, secondo quanto riportano i risultati del Delayed Enhancement – MRI determinant of successful Catheter Ablation of Atrial Fibrillation (DECAAF) trial. Nasir Marrouche del CARMA Center alla University of Utah di Salt Lake City, infatti, ha detto che: “Effettuare questo tipo di imaging prima dell’ablazione ci ha permesso di classificare i pazienti in base alla probabilità di successo del trattamento ed evitare procedure ablative in quei pazienti per cui è improbabile che funzioni. Se il paziente è allo stadio di fibrosi 3 avanzato o 4 la possibilità di essere curato è solo del 30-35%, che è davvero molto bassa, al contrario se sono negli stadi iniziali sale all’60-80%”. Inoltre ha aggiunto che: “Per ogni punto percentuale di fibrosi prima dell’ablazione c’è un 6.3% di incremento di rischio di sintomi ricorrenti dopo l’ablazione”.
Lo studio ha documentato come l’ablazione delle vene polmonari non sia il miglior approccio ablativo in quanto non rappresenterebbe un predittore di outcome. Inoltre propone come target di ablazione il tessuto fibrotico la cui estesa ablazione, secondo lo studio, sarebbe il più importante predittore di outcome.
Fonte: Comunicato stampa ESC 2013, 1 settembre 2013.

Studio Strokestop: prevenzione dell’ictus attraverso lo screening per fibrillazione atriale nella popolazione anziana
Ricercare la presenza di fibrillazione atriale non diagnosticata nella popolazione anziana sembra essere un mezzo utile e con un rapporto costo-beneficio positivo per la prevenzione dell’ictus secondo i risultati preliminari dal trial svedese Strokestop.
La fibrillazione atriale è l’aritmia più rilevante dal punto di vista clinico ed in Europa ne è affetto circa il 1.5–2% della popolazione generale. In circa un terzo dei pazienti la fibrillazione atriale è asintomatica, la vera prevalenza è probabile quindi sia persino maggiore. Inoltre, si stima che la prevalenza raddoppierà nei prossimi 50 anni ed il rischio di stroke è 5 volte superiore nei pazienti con fibrillazione atriale.
Lo studio suggerisce che lo screening di massa può identificare circa il 5% di pazienti con fibrillazione atriale non identificata in una popolazione di soggetti anziani, che con l’appropriata terapia anticoagulante può ridurre la conseguente incidenza di stroke fino al 70%.
Fonte: ESC Congress News 2013, 1 settembre 2013.

Studio IN-TIME: i pazienti con scompenso cardiaco portatori di ICD o CRT-D e i vantaggi dell’home monitoring
I risultati dello studio IN-TIME rivelano che i pazienti con scompenso cardiaco ricevono un significativo beneficio in termini di sopravvivenza se il loro ICD o CRT-D è dotato di tecnologia per il monitoraggio remoto che avvisi i medici di potenziali problemi. Lo conferma Gerhard Hindricks, lead investigator dello studio, facendo notare che “la rapida trasmissione delle informazioni comparata ai tradizionali metodi di monitoraggio dei pazienti permette ai medici più tempo per intervenire se necessario, quindi di prevenire eventi gravi o addirittura fatali”.
Lo studio multicentrico, randomizzato, controllato, ha arruolato 664 pazienti (età media 66±9 anni) con scompenso cardiaco cronico da almeno 3 mesi in classe NYHA II o III, ridotta frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF ≤ 35%), impiantati con dispositivi forniti di funzione di monitoraggio remoto. Ad un anno lo studio IN-TIME ha mostrato come i pazienti con monitoraggio remoto rispetto al gruppo controllo avessero un tasso di mortalità da tutte le cause e di mortalità cardiovascolare significativamente più basso.
Fonte: Comunicato stampa ESC 2013, 1 settembre 2013.

Studio EchoCRT: CRT, QRS stretto e dissincronia meccanica documentata con ecocardiografia
Lo studio EchoCRT è il più grande investigator-initiated, internazionale, multicentrico, prospettico, randomizzato, in doppio-cieco, trial clinico del suo genere.
L’EchoCRT ha confermato che la terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT) non è utile nei pazienti con scompenso cardiaco ed un QRS stretto (< 130ms), non apportando alcun beneficio aggiuntivo alla terapia farmacologica e all’impianto del solo ICD in termini di mortalità per qualsiasi causa o di prima ospedalizzazione per peggioramento dello scompenso cardiaco.
I risultati confermano che il più importante predittore di efficacia della CRT è la durata del QRS. L’ECG a 12 derivazioni rimane quindi ancora il miglior approccio per la selezione dei pazienti candidati a CRT.
Fonte: ESC Congress News 2013, 4 settembre 2013.

Pacemaker senza cateteri: i primi risultati promettenti
Ogni anno più di un milione di pazienti in tutto il mondo riceve un pacemaker, la cui principale fonte di complicanze, come infezioni, perforazioni, dislocamenti o frattura degli elettrodi, è rappresentata dagli elettrocateteri.
Attualmente i pacemaker leadless sono di due tipi: dotati di batteria incorporata nel device e con energia trasmessa.
La Medtronic ha presentato gli ultimi dati riguardanti i pacemaker leadless dotati di batteria. Questi piccoli pacemaker della dimensione di circa 1 cc sono stati testati su modelli animali, sono dotati di batterie della durata di circa 10 anni e vengono posizionati all’interno del cuore attraverso un apposito catetere.
Questo nuovo pacemaker necessiterebbe di minore energia rispetto ai convenzionali funzionando efficacemente allo stesso modo. Nel prossimo futuro inizieranno trial che testeranno i nuovi dispositivi sugli uomini.
Fonte: ESC Congress News 2013, 1 settembre 2013.

Giuseppe Picciolo
UOC di Terapia cardiologica intensiva ed interventistica
AOU Policlinico G. Martino, Messina

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