Lunga vita ai defibrillatori
All’ESC Congress 2015, Francesco Zanon dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Rovigo ha presentato il risultati preliminari dello studio indipendente “Device longevity in a contemporary cohort of ICD/CRT-D patients undergoing device replacement”.
Lo studio – condotto dal gruppo di ricercatori italiani DECODE (Detect Long-term Complications After ICD Replacement) – si è proposto di raccogliere per due anni i dati di oltre 1.000 pazienti sottoposti a sostituzione dell’ICD o CRT-D in 36 Centri italiani. Nell’85,3% dei casi la sostituzione si è resa necessaria per esaurimento della batteria, nel 9,3% per ragioni cliniche (upgrade del defibrillatore) e nel rimanente 5,4% per system failure del dispositivo.
Si tratta di uno studio di notevole valore – commenta il cardiologo – che fornisce dati importanti sulle cause che portano a una sostituzione precoce dei dispositivi, procedura associata a complicanze per i pazienti e a costi per il servizio sanitario: “È interessante conoscere come alcuni fattori che non vengono considerati al momento dell’impianto possono avere un impatto sulla durata del dispositivo”. Un’analisi più approfondita dei risultati per la pubblicazione dello studio fornirà delle valutazioni che potranno avere un impatto sul processo decisionale del singolo elettrofisiologo di fronte al proprio paziente.
In un video la presentazione completa del poster al Congresso europeo.
28 settembre 2015