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Ablazione transcatetere della tachicardia ventricolare nell'anziano? Anziano sarà lei!

Esiste una marcata discrepanza fra i pazienti reali e quelli arruolati nei trial clinici, che generalmente tendono ad escludere o rappresentare in maniera insufficiente la popolazione anziana per una serie di motivi, quali la presenza di comorbidità o il deterioramento cognitivo. Tali limiti metodologici si possono riscontrare anche nei principali trial clinici che riguardano l’ablazione transcatetere della tachicardia ventricolare. Uno studio recente, pubblicato su Europace, ha valutato la sicurezza e l’efficacia dell’ablazione transcatetere della tachicardia ventricolare in una popolazione di pazienti anziani.

L’ablazione transcatetere è un’opzione terapeutica efficace per il controllo delle tachicardie ventricolari ricorrenti. Il recente Ventricular Tachycardia Ablation versus Escalated Antiarrhythmic Drug Therapy in Ischemic Heart Disease (VANISH) trial (1), pubblicato sul New England Journal of Medicine, ha messo a confronto l’ablazione transcatetere ed il potenziamento della terapia antiaritmica in pazienti con cardiopatia ischemica portatori di ICD, dimostrando che l’approccio invasivo riduce significativamente il tasso di mortalità ed il rischio di storm aritmico e shock del defibrillatore. Sebbene esistano evidenze crescenti riguardo all’efficacia dell’ablazione transcatetere della tachicardia ventricolare, ancora troppo poco si sa della sicurezza ed efficacia di tale procedura negli ottuagenari. Uno studio recente di Frontera et al., pubblicato sulla rivista Europace, ha valutato gli outcome e la sicurezza dell’ablazione transcatetere in pazienti anziani.

Lo studio
Gli autori hanno analizzato retrospettivamente i dati relativi a 54 pazienti ottuagenari e 104 pazienti più giovani sottoposti ad ablazione transcatetere di tachicardia ventricolare ricorrente, refrattaria a terapia medica. Complicanze periprocedurali maggiori si sono osservate nel 18% dei pazienti ottuagenari e nel 2% dei pazienti più giovani (p<0.001). Nello specifico, fra i pazienti anziani si sono osservati 2 tamponamenti cardiaci, 2 blocchi atrio-ventricolari, 5 pseudoaneurismi ed 1 decesso, mentre, fra i pazienti giovani, 1 pseudoaneurisma ed 1 tamponamento cardiaco. Versamento pericardico ed ematoma del sito di accesso sono state le complicanze minori più frequenti e si sono osservate nel 17% dei pazienti ottuagenari e nell’8% dei pazienti più giovani (p=0.14). Ad un anno di follow-up, il 28% dei pazienti anziani ha presentato una recidiva di tachicardia ventricolare contro il 15% dei pazienti più giovani (p<0.01). Ad un follow-up medio di 33 mesi, la sopravvivenza ad un anno è stata simile fra i due gruppi (92.5% vs. 93.1%), ma peggiore negli anziani ad un follow-up più lungo (p<0.01). Il tasso di sopravvivenza degli anziani sottoposti ad ablazione transcatetere è risultato sovrapponibile ad una simile popolazione sottoposta ad impianto di ICD con anamnesi negativa per storm aritmico.

Conclusioni
L’ablazione transcatetere della tachicardia ventricolare nei pazienti anziani è associata ad un tasso maggiore di complicanze e un rischio più alto di recidive aritmiche. Tuttavia, la sopravvivenza a breve termine è simile a quella di una popolazione di pazienti più giovani.

Domenico Giovanni Della Rocca, MD
Dipartimento di Cardiologia, Policlinico “Tor Vergata”, Roma

Bibliografia
1) Sapp JL, Wells GA, Parkash R, et al. Ventricular tachycardia ablation versus escalation of antiarrhythmic drugs. N Engl J Med 2016; 14; 375: 111-21.
2) Frontera A, Panniker S, Breitenstein A, et al. Safety and mid-term outcome of catheter ablation of ventricular tachycardia in octogenarians. Europace 2016; 9 novembre.

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