Fibrillazione atriale: più ospedalizzazioni negli USA
Negli USA si è registrato un marcato aumento di ricoveri per fibrillazione atriale negli ultimi anni. La rivista Circulation presenta una fotografia sull’andamento e sui costi delle ospedalizzazioni per fibrillazione atriale.
La fibrillazione atriale (FA) è la più comune aritmia cardiaca. Secondo le stime dell’American Heart Association, sono circa 2,7 milioni le persone affette da questa patologia negli USA. Per il maggior rischio di morbilità e mortalità associate, la FA rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica. Le ospedalizzazioni hanno il maggior peso nei costi di questa malattia che è destinata crescere, come conferma lo studio recentemente pubblicato su Circulation che ha registrato negli USA un incremento significativo delle ospedalizzazioni del 23% negli ultimi 11 anni con un maggiore crescita nella popolazione over65.
“Questo aumento è probabilmente dovuto all’invecchiamento della popolazione generale e all’incremento dei fattori di rischio quali l’ipertensione arteriosa, l’obesità, l’apnea nel sonno”, spiegano Nileshkumar Patel e colleghi autori dello studio.
Lo studio
Per valutare l’andamento delle ospedalizzazioni per FA negli Stati Uniti e confrontarlo con le caratteristiche dei pazienti, le comorbidità associate e gli outcome, Patel e colleghi hanno estrapolato dal database del Nationwide Inpatient Sample le ospedalizzazioni dal 2000 al 2011 per FA filtrando i ricoveri con il codice alle dimissioni di 427.31 secondo l’International Classification of Diseases, 9th Revision, Clinical Modification, che corrisponde alla diagnosi di FA.
Dall’analisi, che ha incluso più di 1200 ospedali di 45 diversi stati, è emerso che:
– negli ultimi 11 anni i ricoveri per FA sono aumentati 23% , in particolare per i pazienti over65, con una diversa distribuzione geografica: gli ospedali del sud hanno le più alta percentuale di ospedalizzazioni (38,5%) e quelli occidentali la più bassa (14.4%).
– L’ipertensione è risultata essere la principale comorbilità associata alla FA (60%), seguita dal diabete mellito (21,5%) e dalla malattia polmonare cronica (20%).
– Il tasso più alto di mortalità è stato riscontrato nella popolazione di pazienti con più di 80 anni (1,9%) e nel gruppo di pazienti con scompenso cardiaco (8,2%).
– Dal 2000 al 2011 la mortalità per FA in ospedale è scesa dall’1,2% allo 0,9%, mentre il costo medio dell’ospedalizzazione per FA è cresciuto rispettivamente da 6410 a 8439 dollari americani (incremento del 24,0%; P < 0,001).
Conclusioni
Questi risultati pubblicati sulla rivista Circulation richiamano l’attenzione sulla gestione dei pazienti con FA. Le evidenze indicano chiaramente che ci sia un aumento persistente dei ricoveri per FA che, nota dolente, si associa a un aumento dei costi delle ospedalizzazioni.
Per prevenire le ospedalizzazioni e ridurre il loro forte impatto sulle economie del sistema sanitario, andrebbe perseguita la strada della prevenzione delle ospedalizzazioni trattando la FA e i suoi fattori di rischio nel modo migliore anche al di fuori dell’ospedale. Un principio universale che vale anche al di fuori delle USA.
Bibliografia
Patel NJ, Deshmukh A, Pant S, et al. Contemporary Trends of Hospitalization for Atrial Fibrillation in the United States, 2000 Through 2010. Implications for Healthcare Planning. Circulation 2014; DOI: 10.1161/CIRCULATIONAHA.114.008201.