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Fibrillazione atriale silente e rischio di ictus

La tachicardia atriale in assenza di fibrillazione atriale clinica accade frequentemente nel paziente portatore di pacemaker ed è associata ad un aumento significativo di rischio di ictus o di embolia sistemica.

I risultati dello studio Asymptomatic AF and Stroke Evaluation in Pacemaker Patients and the AF Reduction Atrial Pacing Trial (ASSERT) mostrano che, nella popolazione di pazienti ipertesi con pacemaker senza storia di fibrillazione atriale, gli episodi di tachicardia atriale registrati dal dispositivo di durata maggiore di sei minuti sono osservati in un terzo dei pazienti lungo quasi tre anni di follow-up.

Inoltre, queste aritmie sono associate ad un aumento di 2-5 volte del rischio di ictus ischemico e embolia sistemica. In un sottogruppo di pazienti con score CHADS2 pari a 2 o maggiore di 2, la tachicardia atriale registrata dal device è collegata a rischio assoluto di stroke del 3,78 per cento l’anno.

“This study shows clearly for the first time that silent atrial fibrillation in patients with pacemakers is in fact associated with quite a large increased risk of stroke,” ha dichiarato in un’intervista Stuart J Connolly della McMaster University (Hamilton, Canada). “These silent, short episodes of atrial fibrillation that we’re seeing – ha proseguito – seem to behave like the more typical clinical atrial fibrillation that we’re all familiar with”.

Fonte
Healey JS, Connolly SJ, Gold MR, et al. Subclinical Atrial Fibrillation and the Risk of Stroke. N Engl J Med 2012; 366:120-129

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