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HTA per il controllo remoto dei pazienti con pacemaker e defibrillatori

Il monitoraggio remoto dei dispositivi può facilitare la gestione del follow up dei pazienti con impianto di pacemaker e defibrillatori. L’Area di Telecardiologia dell’AIAC presenta lo stato dell’arte e le potenzialità di questa nuova frontiera della telemedicina: tecnologie disponibili, consumo risorse, modello organizzativo, accettazione e soddisfazione del paziente, monitoraggio della per formance dei dispositivi e degli elettrocateteri, gestione del fine vita dei dispositivi, gestione clinica del paziente, modelli di rimborso e come avviare un sistema di rimborso del monitoraggio remoto nell’attuale difficile situazione finanziaria.
 
 
 
 

Il documento

Controllo remoto dei dispositivi impiantabili: Health Technology Assessment
Area di Telecardiologia: Renato Pietro Ricci, Emanuela T. Locati, Andrea Campana, Ciro Cavallaro, Massimo Giammaria, Maurizio Landolina, Maurizio Marzegalli, Donato Melissano

Il documento (PDF: 280 Kb)

Introduzione

Il numero di impianti di pacemaker e defibrillatori è significativamente aumentato nell’ultima decade a causa delle nuove indicazioni emerse dai risultati dei grandi studi clinici. Si calcola che circa mezzo milione di dispositivi sia stato impiantato in Europa nel solo anno 2009. Il followup di questi pazienti (clinico e del dispositivo) è parte integrante del processo terapeutico, è responsabilità del centro impiantatore e prevede controlli ambulatoriali periodici ogni 312 mesi. La frequenza dei controlli aumenta ulteriormente quando il dispositivo si avvicina alla fine vita o in caso di “recall” del materiale impiantato. Questo determina un car ico di lavoro crescente in maniera esponenziale per i centri di elettrostimolazione difficilmente sostenibile a breve e medio termine. Il tutto è reso più difficile dalla crescente complessità tecnologica dei dispositivi e clinica dei pazienti trattati. Molti di essi richiedono un followup intensivo con visite frequenti, spesso non programmate in caso di eventi avversi. Un limite importante dei followup tradizionali è rappresentato dall’acquisizione ritardata delle
informazioni diagnostiche memorizzate dal dispositivo che se acquisite tempestivamente possono invece facilitare una reazione clinica tempestiva con conseguenti benefici per il paziente.

Il monitoraggio remoto dei dispositivi può facilitare la gestione di queste problematiche. Permette infatti di fornire alla struttura ospedaliera un flusso continuo di informazioni relative allo stato del dispositivo e a variabili cliniche attraverso un network che attraverso i sistemi di telecomunicazione consente di trasmettere i dati ad un sito web centralizzato al quale può accedere in maniera protetta lo staff clinico che ha in cura il paziente.

Una distinzione va precisata fra “interrogazione remota” che consente una trasmissione periodica dei dati (effettuata manualmente dal paziente) e che può sostituire la visita periodica in ospedale e “monitoraggio remoto” che implica una trasmissione automatica dei dati ad intervalli prefissati associata a un monitoraggio continuo con notifica automatica di allarmi in caso di eventi.

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