I punti di forza di Visia AF MRI
La fibrillazione atriale (FA) rappresenta l’aritmia sostenuta di più frequente riscontro nella pratica clinica (1, 2), spesso è asintomatica (3) per cui la diagnosi è frequentemente occasionale. La FA è associata ad un maggior rischio di ictus cardio-embolico (1-4), in particolare nei pazienti anziani o affetti da diverse comorbidità (5, 6). In uno studio recentemente condotto sulla popolazione lombarda ospedalizzata almeno una volta con diagnosi di FA tra il 2003 e il 2009, è stato rilevato che il 21% di questi pazienti ha sofferto o soffre di patologie cerebrovascolari (7) e che il 40% degli stessi ha un punteggio CHADS2 > 3. Inoltre, a 8 anni dalla prima ospedalizzazione con diagnosi di FA, il 12% di questi pazienti ha un evento di ictus ischemico (7). L’insieme di queste considerazioni, associate al progressivo invecchiamento della popolazione generale, sono il presupposto di un considerevole aumento del burden dato dalla FA nei prossimi anni, la cui prevalenza potrebbe potenzialmente raddoppiare entro il 2060 (1, 6). Ad oggi si stima che in Europa circa 8,8 milioni di persone siano affette da FA e di queste più di un milione si trovino in Italia (1-6).
I soggetti affetti da FA presentano un profilo clinico complesso. Lo studio ISAF (8), effettuato sulla popolazione afferente ai Medici di Medicina Generale, stima che il 44% dei pazienti che soffrono di FA sia stato ricoverato almeno 1 volta nei 5 anni precedenti, e il 7% sia stato ospedalizzato almeno 3 volte nello stesso arco temporale. Diversi studi hanno confermato che le ospedalizzazioni rappresentano il principale determinante di costo per questa tipologia di pazienti. In particolare, nella coorte di pazienti con almeno un’ospedalizzazione con diagnosi di FA, circa il 65% dei costi totali sostenuti dal Sistema Sanitario Nazionale è dovuto ai ricoveri, seguiti dai farmaci e dalle visite ambulatoriali (7). I costi medi annuali per paziente ammontano a circa 4000 €, costi paragonabili a quelli sostenuti per le cure di un paziente infartuato al secondo, terzo anno di follow-up (7). Ci troviamo quindi di fronte ad una patologia importante sia dal punto di vista del percorso clinico, non semplice da gestire, che dal punto di vista del consumo di risorse.
Dal punto di vista diagnostico, c’è un forte interesse per tutte le strategie che possono portare ad una precoce diagnosi di FA. In particolare, risulta di estrema importanza la diagnosi dell’aritmia nella popolazione a rischio, rappresentata ad esempio dai pazienti candidati all’impianto di un defibrillatore, dei quali il 42% sviluppa FA, spesso asintomatica (9, 10).
Le attuali tecniche di monitoraggio della fibrillazione possono essere classificate in due macro categorie: i sistemi di monitoraggio a breve termine (Holter, ECG) e i sistemi di monitoraggio continuo (loop recorder e device impiantabili con rilevazione costante dell’attività atriale mediante elettrodo dedicato). Si è consapevoli che le diverse tecniche a monitoraggio continuo non possano sostituire per tutti i pazienti i sistemi di monitoraggio a breve termine, nonostante sia noto che questi ultimi sottostimino largamente l’effettiva presenza della fibrillazione atriale (11).
Nella popolazione di pazienti indicati all’impianto di defibrillatore monocamerale, (circa 10.000 impianti anno in Italia (12), per i quali fino ad oggi era preclusa la capacità diagnostica di monitorare la FA, è oggi disponibile un algoritmo in grado di supportare una diagnosi differenziale opportunistica dell’aritmia.
Il nuovo defibrillatore monocamerale Medtronic Visia AF MRI è infatti in grado, attraverso un singolo catetere standard da defibrillazione, di monitorare e diagnosticare l’insorgenza della FA in modo continuo, con la possibilità di avvisare tempestivamente il personale medico e/o il paziente tramite allarmi via web e/o tramite il dispositivo stesso.
La capacità di discriminazione della fibrillazione atriale si basa su una tecnologia clinicamente validata (13), implementata da molti anni nei loop recorder.
Il riconoscimento della fibrillazione atriale del nuovo dispositivo VISIA AF MRI si basa sull’analisi dell’irregolarità degli intervalli RR che popolano il diagramma di Lorenz, come riportato in figura.

Le prime esperienze cliniche hanno dimostrato che il dispositivo Visia AF MRI raggiunge il 95% di sensibilità nella discriminazione degli episodi di FA e il 95% di sensibilità nel riconoscimento del burden di FA (15).
Il medico potrà anche contare sul potere diagnostico della risonanza magnetica, in quanto il sistema Visia AF MRI è certificato MRI Conditional: il paziente potrà quindi essere sottoposto a risonanza magnetica Total Body in assoluta sicurezza (16).
Siamo quindi di fronte ad un ulteriore avanzamento tecnologico, che apre nuovi orizzonti per una gestione clinico-terapeutica ottimizzata con evidenti vantaggi per pazienti, medici e, indirettamente, per il sistema sanitario nazionale.
Bibliografia
1. Go AS, et al. Prevalence of diagnosed atrial fibrillation in adults: national implications for rhythm management and stroke prevention: the Anticoagulation and Risk Factors in Atrial Fibrillation (ATRIA) Study.Jama.2001; 285: 2370-5.
2. Fuster V, et al. American College of Cardiology/American Heart Association Task Force on Practice Guidelines; European Society of Cardiology Committee for Practice Guidelines; European Heart Rhythm Association; Heart Rhythm Society. ACC/AHA/ESC 2006 Guidelines for the Management of Patients with Atrial Fibrillation. Circulation 2006; 114: e257-e354.
3. Strickberger SA, et al. Relationship between atrial tachyarrhythmias and symptoms; Heart Rhythm 2005; 2: 125-131.
4. Benjamin EJ, et al. Impact of atrial fibrillation on the risk of death: the Framingham Heart Study. Circulation. 1998; 98: 946-52.
5. Kannel WB. Prevalence, incidence, and hazards of hypertension in the elderly. Am Heart J. 1986;112: 1362-3.
6. Lloyd-Jones D, et al. Heart disease and stroke statistics; Circulation 2010; 121: e1-e170.
7. Conti S, et al. Medical costs and resources consumption in patients with atrial fibrillation: an Italian observational study; ISPOR Congress, Novembre 2015 – Milano.
8. Zoni Berisso M, et al. Prevalence of atrial fibrillation (FA) and clinical characteristics of AF patients in Italy: the Italian Survay of Atrial Fibrillation in Managment (ISAF study). G Ital Cardiol 2012; 13 (5 Suppl 2):8S
9. Kramer DB, et al. Characteristics and Outcomes of Patients Receiving New and Replacement Implantable Cardioverter-Defibrillators; Circ Cardiovasc Qual Outcomes. 2013; 6: 488-97.
10. Strickberger SA, et al, Relationship between atrial tachyarrhythmias and symptoms; Heart Rhythm 2005; 2: 125-131.
11. Botto GL, et al. Presence and duration of atrial fibrillation detected by continous monitoring: crucial implication for the risk of thromboembolic events. J Cardiovasc Electrophysiol 2009; 20: 241-8.
12. Proclemer A, et al. Registro Italiano Pacemaker e Defibrillatori 2013
13. Hindricks G, et al. Performance of a New Leadless Implantable Cardiac Monitor in Detecting and Quantifying Atrial Fibrillation Results of the XPECT Trial; Circ Arrhythm Electrophysiol. 2010; 3: 141-7.
14. Shantanu Sarkar, et al. A Detector for a Chronic Implantable Atrial Tachyarrhythmia Monitor; ieee transactions on biomedical engineering, vol. 55, no. 3, March 2008
15. B. Schousek, et al. Performance Of A New Atrial Fibrillation Detection Algorithm In A Single Chamber ICD; www.jafib.com October 2015 | Special Issue.
16. Michael R. Gold, et al. Full-Body MRI in Patients With an Implantable Cardioverter-Defibrillator Primary Results of a Randomized Study; J Am Coll Cardiol. 2015; 65: 2581-8.