Il professor Claudio Rapezzi ci ha lasciato: una grande perdita per la cultura cardiologica

Claudio Rapezzi, professore di Cardiologia all’Università di Bologna, e, più recentemente, all’Università di Ferrara, non è più tra noi. E’ mancato improvvisamente, fra lo stupore di tutti.
Poche persone hanno ottenuto la notorietà di Claudio, una notorietà estesa a tutti i settori della Cardiologia. In effetti, Claudio ha dominato la scena culturale cardiologica e medica negli ultimi decenni, con contributi sempre interessanti e stimolanti in tutti i settori della cardiologia e con importanti connessioni con il mondo della medicina interna e di vari settori delle scienze mediche e chirurgiche.
Io, personalmente, ho conosciuto Claudio Rapezzi come studente interno nell’Istituto di Cardiologia diretto dal Professor Bruno Magnani, quando Claudio era dedicato, fra l’ altro, all’insegnamento dell’elettrocardiografia, introducendo tale materia a chi, come studente, si avvicinava a questa complessa tematica, in cui l’approccio metodologico è elemento fondamentale per l’acquisizione di competenze specifiche. Gia’ allora, Claudio esprimeva nell’ insegnamento dell’ elettrocardiografia le caratteristiche del suo approccio alle problematiche mediche, con una associazione fra capacità di analisi e deduzione, sintesi e intuizione che ha avuto pochi uguali e che ha costituito un elemento di riferimento per tanti cardiologi e medici.
Claudio Rapezzi ha avuto tanti interessi, infatti ha iniziato occupandosi di cardiologia pediatrica, poi si è interessato di cardiomiopatie, scompenso cardiaco, ecocardiografia, cardiopatia ischemica, dislipidemie, e recentemente è diventato un protagonista della ricerca clinica nel campo dell’amiloidosi, un settore in cui ha fornito contributi di alto livello, riconosciuti a livello internazionale.
Ricorderemo sempre le eleganti letture di Claudio Rapezzi sulla metodologia clinica e le analogie tra la ricerca della giusta diagnosi in campo medico e l’approccio metodologico dei grandi protagonisti del romanzo poliziesco, da Sherlock Holmes a Maigret e Nero Wolfe. Quelle letture riflettevano la vastità delle conoscenze culturali di Claudio Rapezzi e la capacità di riportare la realtà medica a un contesto più ampio, con analisi di contesto profonde e meditate, un elemento assolutamente peculiare dell’approccio di Claudio alla medicina clinica.
Le considerazioni di Claudio Rapezzi e le sue argomentazioni agli innumerevoli congressi a cui ha partecipato non erano mai banali, ma sempre originali e stimolanti, talora provocatorie, e nella realtà attuale, purtroppo spesso caratterizzata in altri contesti dall’esposizione piatta e impersonale di cose già note, tutto cio’ ha grandi meriti in termini di valenza formativa.
Mi sento di poter esprimere a nome dei tanti cultori dell’Aritmologia e dell’Elettrocardiografia in Italia, nonché a nome degli associati dell’ AIAC e del Consiglio Direttivo AIAC un sincero e affettuoso ringraziamento a Claudio Rapezzi per gli insegnamenti ricevuti e per il continuo stimolo a un approfondimento metodologico e culturale molto importante e appagante dal punto di vista intellettuale.
Grazie Claudio, ci mancherai tanto…
Giuseppe Boriani
Presidente Associazione Italiana di Aritmologia e Cardiostimolazione 2016-2018