IN-TIME: i vantaggi dell’home monitoring
L’home monitoring migliora gli outcome clinici dei pazienti con scompenso cardiaco con impianto di ICD o di CRT-D. Più bassa la mortalità rispetto al solo monitoraggio standard con visite periodiche programmate. Sul Lancet i risultati del trial randomizzato IN-TIME presentati all’ESC 2014.
Molti pazienti con scompenso cardiaco hanno un defibrillatore cardiaco impiantato (ICD) o un defibrillatore per la terapia di resincronizzazione (CRT-D ). Questi device, impiantati a scopo terapeutico, raccolgono parametri fisiologici importanti che possono monitorare lo scompenso oltre a dati tecnici sul corretto funzionamento del dispositivo e degli elettrocateteri. Con i sistema di telemedicina quali l’home monitoring queste informazioni possono essere trasmesse in automatico quotidianamente al centro di riferimento e allertate l’équipe medica già nelle fasi che precedono l’instabilizzazione clinica quando il paziente è ancora asintomatico.
“L’idea è che poter monitorare in modo continuativo e trasmettere rapidamente queste informazioni permette ai medici di avere più tempo per intervenire se necessario, quindi di prevenire eventi gravi o addirittura fatali”, come ha spiegato al congresso della Società europea di Cardiologia Gerhard Hindricks, lead investigator del trial randomizzato IN-TIME sui benefici del monitoraggio remoto per i pazienti scompensati portatori di ICD o CRT-D.
Lo studio
IN-TIME ha coinvolto 36 centri terziari di riferimenti e ospedali distribuiti in Australia, Europa e Israele. Complessivamente ha arruolato 664 pazienti con scompenso cardiaco lieve-moderato che avevano ricevuto un impianto di ICD bicamerale o CRT-D. L’età media era di 65,5 anni e la frazione di eiezione media del 26%. A distanza di un mese i pazienti arruolati sono stati assegnati in modo casuale a due gruppi paralleli. Un gruppo (braccio remoto) beneficiava di un sistema di telemonitoraggio multiparametrico con trasmissione giornaliera automatica dei dati da remoto, oltre che dell’assistenza standard; l’altro gruppo invece (braccio standard) rientrava nel classico controllo dei dati del dispositivo attraverso visite periodiche programmate nella struttura ospedaliera di riferimento.
Come end-point primario dello studio è stato fissato il peggioramento dello scompenso a 12 mesi di distanza che è stato valutato mediante lo score Packer modificato (un punteggio composito che comprende mortalità per tutte le cause, il ricovero ospedaliero per scompenso cardiaco, la classe funzionale e la valutazione globale del paziente).
Gli autori riportano di aver registrato un peggioramento dello score composito in 63 pazienti su 333 del braccio remoto e in 90 su 331 del braccio standard: 18,9% versus 27,2% (p=0,013) (odds ratio 0,63, 95% CI 0,43-0,90). A questo vantaggio clinico associato al telemonitoraggio si aggiungeva una più bassa mortalità a un anno con 10 decessi registrati nel braccio remoto (3,0%) versus 27 decessi nel braccio standard (8,2%) (p = 0,004; HR 0,36, 95% CI 0,17-0,74).
Conclusioni
I risultati di TIME-IN aggiungono che l’home monitoring migliora in modo significativo gli outcome clinici per i pazienti scompensati anche in termine di sopravvivenza. “Il nostro studio è il primo trial controllato randomizzato che dimostra un beneficio significativo del telemonitoraggio multiparametrico implant-based sullo status clinico del paziente con scompenso cardiaco”, commentano gli autori. “Il telemonitoraggio dovrebbe essere usato nella pratica clinica per quei pazienti scompensati con indicazioni all’impianto di ICD e CRT-D”.
Come confermato anche da altri studi, grazie allo sviluppo della tecnologia il sistema di controllo remoto dei dispositivi elettronici è tecnicamente praticabile ma richiede una riorganizzazione dei servizi e riallocazione delle risorse.
Nota: lo studio IN-TIME è stato sponsorizzato da Biotronik
Bibliografia
Hindricks G, Taborsky M, Glikson M, et al. Implant-based multiparameter telemonitoring of patients with heart failure (IN-TIME): a randomised controlled trial. Lancet 2014; 384: 583-90.
Notizie e interviste correlate
EVOLVO per una best practice
Con il telemonitoraggio… la vacanza ci guadagna! Intervista a Renato Pietro Ricci, ACO San Filippo Neri di Roma, Area Telecardiologia dell’AIAC.
HTA oggi, per una moderna sanità pubblica. Intervista a Massimo Santini, Presidente World Society of Arrhythmias.
Rimborsabilità del monitoraggio remoto: la proposta AIAC. Intervista a Fabrizio Ammirati, Direttore UOC Cardiologia – Ospedale GB Grassi, Ostia (RM).
Il monitoraggio remoto nei fatti. Intervista a Renato Ricci, Area Telecardiologia dell’Associazione Italiani di Aritmologia e Cardiostimolazione, ACO San Filippo Neri di Roma.