La "catena della sopravvivenza" all'arresto cardiaco
La sopravvivenza ad un improvviso arresto cardiaco potrebbe migliorare se gli addetti al servizio di emergenza telefonica dessero istruzioni sulla valutazione delle condizioni del paziente e sull’avvio delle procedure di rianimazione cardiopolmonare. Ė quanto leggiamo in uno statement della American Heart Association da poco pubblicato.
Negli USA e in Canada solo il 5-10 per cento dei pazienti con arresto cardiaco extraospedaliero sopravvive, ma la situazione sta migliorando per effetto della cosiddetta “Chain of survival” che raccomanda al 118 (negli USA il numero è il 911…) i seguenti step di intervento.
- Verificare se il paziente è in arresto cardiaco. Nel caso, dare all’autore della telefonata le necessarie istruzioni per avviare la rianimazione cardiopolmonare.
- Le istruzioni devono essere fornite in maniera assertiva e capace di ispirare fiducia e devono prevedere le indicazioni per eseguire la RCP manuale per le persone in arresto cardiaco non dovuto ad asfissia.
- L’organizzazione di assistenza territoriale deve poter valutare la performance sia individuale sia organizzativa, compresa la verifica del tempo necessario all’avvio della RCP.
- L’insieme di queste attività di monitoraggio deve essere inserito nel complesso di un programma di miglioramento di Qualita che coinvolga sia ilmpersonale dell’Emergenza sia gli specialisti e i dirigenti spedalieri.
Fonte
Emergency Medical Service Dispatch Cardiopulmonary Resuscitation Prearrival Instructions to Improve Survival From Out-of-Hospital Cardiac Arrest A Scientific Statement From the American Heart Association. Circulation 2012; 125: 648-655 Published online before print January 9, 2012