Le malattie cardiovascolari: l'impegno italiano
In Italia le malattie croniche non trasmissibili (MCNT) sono ritenute responsabili, per il 2010, del 92% dei decessi totali registrati, in particolare le malattie cardiovascolari (41%), i tumori (29%), le malattie respiratorie croniche (5%) e il diabete (4%). Così si apre un’interessante rassegna sintetica sul Bollettino Epidemiologico Nazionale, nella quale tre esperti di punta – tra cui il direttore, Stefania Salmaso – del Centro Nazionale di Epidemiologia fanno il punto sulle strategie di contrastomalle malattie croniche.
Negli ultimi decenni si è registrato un progressivo aumento della speranza di vita (84 anni per le donne e 79 per gli uomini – dati 2010), ma a causa delle MCNT, che pesano per oltre il 75% sul carico di malattia globale, la speranza di vita libera da disabilità si attesta su valori molto più contenuti e simili per entrambi i sessi (circa 65 anni). Si stima che i costi delle MCNT si elevino al 70-80% del budget totale che i Paesi europei spendono per la salute, con aggravi difficilmente quantificabili, anche per le singole famiglie che impiegano importanti risorse per la cura e le attenzioni ai loro malati. In realtà questi dati, già molto allarmanti, sono destinati a peggiorare per diverse ragioni, fra le quali la tendenza all’aumento dell’inattività fisica e l’aumento epidemico di sovrappeso e obesità o l’aumento dell’aspettativa di vita con il quale cresce parallelamente la probabilità di sviluppare tumori, malattie cardiovascolari e diabete.
D’intesa con l’Oms, sono state messe in atto strategie e politiche internazionali di contrasto alle MCNT, basate, oltre che sul miglioramento dell’organizzazione e dell’efficacia delle cure per coloro che ne soffrono, anche sulla promozione di strategie e programmi intesi a limitare i determinanti principali delle MCNT, cioè la cattiva alimentazione, l’inattività fisica, il fumo e il consumo eccessivo di alcol. In particolare, il nostro Paese ha aderito al Piano d’Azione Globale contro le MCNT 2008-13 articolato in poche linee di strategia consistenti in:
- aumento della priorità assegnata alle MCNT e rafforzamento delle politiche nazionali con l’integrazione di prevenzione e controllo di queste malattie, che vede nel Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (CCM) del Ministero della Salute il suo punto di forza, e nella promozione della strategia “Salute in tutte le politiche” un’iniziativa promettente;
- promozione di un partenariato intersettoriale volto a creare le condizioni per cui siano facilitate le scelte di salute dei cittadini, costituito da “Guadagnare Salute”, varato per decreto nel 2007;
- interventi specifici per i quattro fattori di rischio (cattiva alimentazione, inattività fisica, fumo, alcol) che trovano una loro sistematizzazione nel Piano Nazionale di Prevenzione 2010-12 e nei corrispettivi Piani Regionali, nell’ambito dei quali costituiscono complessivamente circa il 17% dei 750 programmi/progetti in via di esecuzione;
- ricerca sulle MCNT, in particolare sull’efficacia della prevenzione secondaria (screening tumori e diabete), valutazione dell’organizzazione e dell’efficacia pratica degli interventi assistenziali, valutazione dei fattori che influenzano le scelte sugli stili di vita dei cittadini, impatto delle attività di comunicazione per i quali alcuni progetti CCM e diversi aspetti delle sorveglianze di popolazione contribuiscono in maniera determinante;
- monitoraggio delle MCNT e dei loro determinanti, per i quali la tempestività (l’informazione è resa disponibile pochi mesi dopo la rilevazione) e il livello di definizione dell’informazione (per regione, spesso anche per ASL) costituiscono qualità uniche dei citati sistemi di sorveglianza di popolazione.