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Mind the lead: le insidie della sostituzione del generatore

L’ematoma e l’infezione della tasca rappresentano le complicanze più frequenti di una procedura di sostituzione del generatore di un dispositivo cardiaco impiantabile. In una percentuale non trascurabile di casi, l’intervento può provocare un danno degli elettrocateteri presenti nella tasca di alloggiamento del dispositivo causato da strumenti taglienti o dall’elettrobisturi. Uno studio recente pubblicato sul Journal of the American Heart Association valuta incidenza, fattori di rischio ed impatto economico di tale complicanza.

L’Associazione Italiana Aritmologia e Cardiostimolazione raccoglie ogni anno i dati relativi al numero di impianti di pacemaker e defibrillatori su scala nazionale (1). Dati recenti riportano un numero totale di oltre 25 mila pacemaker e 16 mila defibrillatori impiantati in un anno in Italia. Tali numeri comprendono circa 11 mila procedure di sostituzione del dispositivo. In considerazione del numero crescente degli impianti di dispositivi cardiaci impiantabili nell’ultimo decennio, nei prossimi anni si prevede un conseguente progressivo incremento del numero di procedure di sostituzione del generatore. Tali procedure non sono completamente prive di complicanze: le due più frequenti sono l’ematoma e l’infezione della tasca. Un’altra complicanza spesso sottostimata è il danno degli elettrocateteri presenti nella tasca di alloggiamento del dispositivo impiantabile. Ciò può essere causato dal bisturi o da altri strumenti taglienti al momento di rimuovere il tessuto fibroso che imbriglia gli elettrocateteri o dall’elettrobisturi, che può danneggiare la guaina isolante (poliuretano, silicone, copolimero) che riveste i cateteri da stimolazione cardiaca.

Uno studio recente di Christine I. Nichols pubblicato sul Journal of the American Heart Association ha valutato incidenza, fattori di rischio e impatto economico del danno degli elettrocateteri per stimolazione e defibrillazione cardiaca definitiva secondario a procedure di sostituzione di un dispositivo cardiaco impiantabile negli Stati Uniti (2).

Lo studio

Sono stati analizzati retrospettivamente i dati relativi a 22.557 pazienti portatori di pacemaker, 20.632 pazienti portatori di defibrillatore e 2.063 pazienti portatori di un dispositivo per la terapia di resincronizzazione cardiaca, sottoposti a sostituzione del generatore fra il 2.009 e il 2.013. Gli autori hanno valutato i dati relativi ai controlli elettronici del dispositivo effettuati nell’anno successivo alla procedura, alla ricerca di eventuali controlli per malfunzionamento dell’elettrocatetere. L’incidenza di un danno dell’elettrocatetere secondario ad una procedura di sostituzione del generatore è stata dello 0,46% fra i pazienti portatori di pacemaker, del 1,27% fra i pazienti portatori di defibrillatore e del 1,94% fra i pazienti portatori di un dispositivo per la terapia di resincronizzazione cardiaca. In confronto ai pazienti portatori di pacemaker, il rischio di danno è stato doppio fra i pazienti portatori di defibrillatore e > 2,5 volte fra i pazienti portatori di un dispositivo per la terapia di resincronizzazione cardiaca. Il tempo medio intercorso dalla procedura di sostituzione al primo controllo per malfunzionamento dell’elettrocatetere è stato di 107 giorni e la durata media di un ricovero per revisione dell’elettrocatetere è stata di 3 giorni. In media, il costo di gestione di questi pazienti nell’anno successivo alla procedura di sostituzione del generatore è stato di 25.797 $(19.959 $ per i pazienti portatori di pacemaker, 24.885 $ per i pazienti portatori di defibrillatore e 46.229 $ per i pazienti portatori di un dispositivo per la terapia di resincronizzazione cardiaca.

Conclusioni
Il danno degli elettrocateteri causato da procedure di sostituzione del generatore è un’evenienza da non trascurare e ha un impatto economico significativo sui costi di gestione dei pazienti portatori di un dispositivo cardiaco impiantabile. Il rischio di tale complicanza è maggiore fra i pazienti portatori di defibrillatore o di dispositivo per la terapia di resincronizzazione cardiaca.

Domenico Giovanni Della Rocca, MD
Dipartimento di Cardiologia, Policlinico “Tor Vergata”, Roma

Bibliografia
1) Proclamer A, Zecchin M, D’Onofrio A, Botto GL. Registro Italiano Pacemaker e Defibrillatori. Bollettino Periodico 2013 Associazione Italiana Aritmologia e Cardiostimolazione. G Ital Cardiol 2014; 15: 638-650.
2) Nichols CI, Vose JG, Mittal S. Incidence and Costs Related to Lead Damage Occurring Within the First Year After a Cardiac Implantable Electronic Device Replacement Procedure. J Am Heart Assoc originally published February 12, 2016

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