Novità in cardioaritmologia sportiva

Articolo tratto dall’edizione del 15 settembre 2019 del quotidiano L’Adige.
È noto che le aritmie cardiache coprono circa il 40% delle non idoneità sportive agonistiche e rappresentano un importante capitolo della cardiologia dello sport in quanto possibile causa di sintomi anche gravi e tali da interferire con la carriera sportiva del singolo atleta, per rischio fino alla morte improvvisa sul campo o conseguenze sulla performance.
Nuovi importanti problemi sono emersi nel campo dello studio delle aritmie cardiache degli atleti, quali nel recente Congresso della Società di Cardiologia Italiana dello Sport (SIC Sport di Roma) e della European Cardiac Arrhythmias Society (ECAS) di Marsiglia. In particolare, in una relazione da noi presentata a nome dell’Humanitas Research Hospital Rozzano Milano e del Centro Sanitario Trento, è emerso che la fibrillazione atriale, l’aritmia “sostenuta”, cioè prolungata, più comune dell’atleta, documenta un rischio di presenza dal 5 al 15% maggiore che nei singoli individui sedentari. Questa aritmia, che è frequentemente sintomatica, se rara negli atleti d’età inferiore ai 25 anni, è invece frequente nella fascia nella quale vengono classificati gli atleti, quali Master, al di sopra dei 35 anni, con prevalenza progressivamente maggiore nelle decadi successive. La fibrillazione atriale dell’atleta è suscettibile di trattamento specifico basato sul controllo dell’intensità dell’attività atletica, sul possibile detraining, sull’apertura procedurale ablativa guaritiva. Essa comporta purtroppo in certi casi la sfavorevole necessità del trattamento anticoagulante protettivo.
La Società Europea di Cardiologia ha classificato di recente nelle sue Linee Guida questa particolare forma di aritmia considerandola specificatamente tipica dell’atleta in quanto collegata all’impegno sportivo intenso, settimanale, mensile ed annuale, soprattutto negli sport di endurance. La fibrillazione atriale dell’atleta Master viene così a rappresentare una nuova entità riconosciuta di aritmia cardiaca identificabile e trattabile nell’ambito di un approccio personalizzato dei singoli atleti studiati in modo specialistico in Centri esperti. Si stanno rendendo disponibili nuove metodologie diagnostiche di registrazione ECG continuativa prolungate, semplificate e specifiche per l’atleta attivo nonché delineando trattamenti procedurali guaritivi che consentano il recupero dell’attività sportiva stessa.
Tale problema aritmico si intrica in modo particolare con la possibile assunzione di sostanze illecite e di energy drink ai fini di aumentare la performance atletica con effetto causale o peggiorativo non ancora ben indagato. Come è emerso molto di recente, studi epidemiologici rigorosi in atleti di élite, basati su questionari mediati dalla criminologia e dalla medicina assicurativa e infortunistica, hanno documentato la possibile prevalenza di assunzione di sostanze illecite fino al 39% degli atleti esaminati. Questa prevalenza è ben lontana dal quel 2% di positività documentato dai dosaggi antidoping, pur effettuati con metodiche modernissime e criteri severi, dalla WADA. Ciò desta attualmente un forte impegno conoscitivo della Scienza Medica Sportiva che, peraltro, pone forti dubbi sulla reale efficacia sulla performance atletica per la quale tali farmaci e sostanze bandite vengono assunti.
Il Festival dello Sport di Trento del 10- 13 ottobre 2019 potrebbe forse dedicare uno spazio di discussione a questa aritmia cardiaca collegata all’impegno atletico intenso soprattutto se esaustivo in soggetti predisposti ma suscettibile di prevenzione, diagnosi e trattamento efficace. Si tratta così di insegnare al mondo dello sport come gestire la comparsa o la presenza di tale aritmia atriale e la sua compatibilità con la continuazione dell’attività sportiva nel tempo e di approfondire la possibile interazione con l’assunzione di sostanze o farmaci illeciti banditi dalla WADA o prescritti con sfavorevole effetto aritmogenico individuale. Un franco dibattito con il mondo dello sport, giornalisticamente ben guidato, può ottenere grandi successi conoscitivi nella popolazione sportivamente attiva nella quale la pratica dello sport è raccomandata e salutare.
Prof. Francesco Furlanello
Cardioaritmologo clinico e sportivo