Open access o peer review poco credibili?
La prestigiosa rivista Science riporta una sorta di indagine poliziesca che mette in dubbio l’affidabilità della peer review nel mondo dell’open access. Ma prima di trarre delle conclusioni varrebbe la pena valutare il rigore del metodo dell’indagine e… il conflitto di interessi.
L’indagine poliziesca è stata condotta da John Bohannon, biologo e giornalista scientifico collaboratore di Science che, firmandosi con l’improbabile nome di Ocorrafoo Cobange dell’altrettanto improbabile Wassee Institute of Medicine, ha sottoposto alle redazioni di ben 304 riviste open access un articolo con gravi carenze metodologiche ed errori madornali inseriti ad arte che non sarebbero sfuggiti a qualsiasi esperto del settore. Il finto Ocorrafoo Cobange ha selezionato le redazioni da mettere alla prova tra quelle indicizzate in due diversi database, la Directory of Open Access Journals (DOAJ) e quello curato da Jeffrey Beall, un bibliotecario della University of Colorado. John Bohannon ha finto uno studio di impostazione tradizionale ma suscettibile di essere declinato in diverse versioni col solo intervento di un software.
Il risultato è stato che – nonostante gli errori e la non qualità scientifica dello studio – 157 riviste open access hanno (più o meno rapidamente) accettato il lavoro. Solo 98 lo hanno rifiutato. Delle 49 rimanenti, 29 non hanno risposto e 20 (le più pigre) non avevano ancora finito il processo di revisione. Nel 60% dei casi non è stata fatta nessuna richiesta di modifica, cambiamento o chiarimenti. Nessuna maggiore severità nemmeno a casa degli editori più noti: le riviste di Elsevier, Wolters Kluwer e Sage hanno accettato il finto lavoro senza colpo ferire. Mentre la rinomata Plos One non è caduta nella trappola di Bohannon: ha bocciato il finto articolo per la scarsa qualità scientifica dello studio, mettendo inoltre in nota dei potenziali problemi etici relativi alla procedura adottata.
In questa mappa interattiva è possibile fare un giro virtuale delle redazioni che sono cadute nella trappola (in rosso) e di quelle che hanno respinto l’articolo (in verde).
L’indagine poliziesca ha inoltre messo in luce che un terzo delle riviste prese di mira ha sede in India, anche se possono presentarsi come statunitensi o europee. Non sempre le redazioni, gli editori e i conti bancari delle riviste open access si trovano nello stesso paese.
Quali le conclusioni trarre? Forse il lavoro di Bohannon pretenderebbe di dimostrare la poca credibilità delle procedure editoriali di peer review nel mondo dell’open access. Le riviste ad accesso libero non si fanno pagare dai lettori ma richiedono agli autori un contributo economico per essere pubblicati. Sono quindi delle riviste appetibile nel mondo accademico dove vige la legge del “public or perish”.
Tuttavia, non sono mancate delle critiche all’indagine condotta da John Bohannon (per conto della rivista Science). Il metodo adottato presenta infatti delle falle. Innanzitutto manca un “gruppo di controllo” che doveva includere le riviste tradizionali per vedere come si sarebbero comportate. Inoltre, c’è un conflitto di interessi interno considerato che John Bohannon è un collaboratore di Science che, a sua volta, è una rivista dell’editoriale tradizionale e come tale vede nell’open access un forte concorrente.
La questione è se Science abbia voluto fare un dispetto al mondo dell’open access così alternativo al modello tradizionale delle riviste accademiche. La domanda che merita una risposta è se una peer review così farlocca sia propria delle riviste open o dell’editoria medico-scientifica in generale.
Bibliografia
– Bohannon J. Who’s Afraid of Peer Review? Science 2013: 342: 60-5.
– Predatory journals and defective peer review are general academic problems, not just open access problems. Blog della London School of Economics 07.10.2013
– Brown T. Quick thoughts on Science magazine ‘sting’ on peer review. Sense about Science 04.10.2013
– Rice C. Open access publishing hoax: what Science magazine got wrong. Higher Education Network. The Guardian 04.10.2013
– Delfanti A. L’open access è una truffa? Oppure lo è la peer review? Che futuro 10.10.2013