Ridotta mortalità con il monitoraggio remoto
Il congresso dell’European Society of Cardiology di Roma è stato quest’anno teatro di dibattito sull’effetto del controllo remoto sulla mortalità. Studi diversi hanno supportato tesi contrastanti. Ma, alla fine, la corretta interpretazione delle evidenze scientifiche ha permesso di mettere in luce in modo inequivocabile i vantaggi offerti dal monitoraggio remoto continuo dei dispositivi cardiaci impiantabili che, oltre a prevedere e prevenire gli eventuali problemi tecnici dell’impianto, permettono di individuare precocemente le situazioni di criticità cliniche del paziente, come per esempio il rischio di una fibrillazione atriale.
Il professor Gerhard Hindricks del Leipzig Heart Center (Germania), con una metanalisi sui benefici clinici dell’home monitoring che considera un’ampia popolazione di pazienti arruolati negli studi randomizzati TRUST, ECOST, e IN-TIME (TRUECOIN), ha evidenziato l’importanza determinante del tipo di sistema di monitoraggio remoto.
Nel dettaglio, Hindricks ha mostrato che, anche includendo il campione dell’IN-TIME in una popolazione quattro volte superiore generata dal pooling dei dati con l’ECOST e il TRUST, l’effetto dell’Home Monitoring sulla mortalità sull’arco di un anno permane a livello di -38%, riducendo fortemente le possibilità di errore statistico. La forza della metanalisi TRUECOIN risiede nel fatto che è stata eseguita al “patient-level”, ossia sono stati uniti i database dei tre studi andando ad analizzare i risultati su un totale di 2405 pazienti. Tutti e tre gli studi hanno arruolato pazienti con ICD, ma solo nell’IN-TIME troviamo un’importante fetta di pazienti con CRT-D.
Dalla metanalisi risulta, come già sopra indicato, una riduzione significativa nel gruppo Home Monitoring a un anno per:
- mortalità per tutte le cause (riduzione assoluta dell’1,9%, riduzione relativa del 38%);

- mortalità per tutte le cause o per ospedalizzazione per scompenso (riduzione assoluta del 5,6%, riduzione relativa del 36%);

Per la prima volta un sistema di monitoraggio remoto ha dimostrato un beneficio come terapia su un endpoint clinico forte.
In definitiva, è emerso chiaramente che il tipo di monitoraggio remoto del dispositivo cardiaco impiantabile è determinante. Le trasmissioni giornaliere, 24 ore su 24, assieme all’analisi multiparametrica e a un flusso di lavoro clinico consolidato, forniscono al medico il più solido insieme di dati possibile per intervenire precocemente. Ed è questa la differenza che può salvare la vita.
Il professor Hindricks ha inoltre sottolineato come ora la ricerca clinica dovrà approfondire i meccanismi correlati a un così importante risultato, anche se alcune motivazioni sono da ricercarsi nel modello organizzativo degli ospedali che devono essere in grado di reagire in modo appropriato agli allarmi.
Maurizio Maria Fossati
Giornalista scientifico
Quotidiano Nazionale
Bibliografia
Hindricks G, Proff J, Varma N, et al. Daily remote monitoring of implantable cardioverter-defibrillators: pooled individual patient data from IN-TIME, ECOST, and TRUST trials suggest a mechanism of clinical benefit. European Heart Journal 2016; 37 (abstract supplement): 1194.