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Rip&Rid: il Bollettino 2013

Sul Giornale Italiano di Cardiologia il Bollettino periodico di Rip&Rid – il Registro Italiano Pacemaker e Defibrillatori dell’AIAC – con tutti i dati relativi all’anno 2013. Vengono presentati i dati riguardanti le principali indicazioni all’impianto di PM o ICD e la tipologia dei PM-ICD impiantati, in base ai dati provenienti dai centri italiani collaboranti.

Tabelle e dati contengono elementi di rilievo non solo per gli aritmologi, ma anche per i cardiologi clinici. In effetti potrebbe essere di potenziale interesse discutere dell’uso estremamente limitato dei pacemaker biventricolari e del costante aumento degli impianti di defibrillatore in prevenzione primaria.

Il Registro Rip&Rid raccoglie prospettivamente l’attività nazionale di impianto sulla base delle Tessere Europee dei portatori di dispositivo. Con i primi mesi del 2012 è attivo il sito web di raccolta dati sull’attività di impianto di pacemaker e defibrillatori in Italia. Questo progetto è stato pensato sia per migliorare e semplificare il rapporto dei Registri con i Centri di cardiostimolazione, sostituendo l’invio via posta delle schede cartacee, sia per semplificare e coadiuvare l’attività degli Ambulatori Pacemaker e Defibrillatori, offrendo fra l’altro la possibilità di produrre delle tessere per il portatore di dispositivo su card in PVC e monitorare l’attività del proprio Centro con alcune statistiche automatiche.

Risultati
Registro Pacemaker: sono stati raccolti dati su 25 419 impianti di PM (19 134 primi impianti e 6285 sostituzioni). Il numero di Centri coinvolti è stato di 275. L’età mediana dei pazienti sottoposti ad impianto è stata di 80 anni (74 I quartile; 86 III quartile). Le indicazioni ECG hanno riguardato difetti della conduzione atrioventricolare nel 43.6% dei primi impianti, aspetti della malattia del nodo del seno nel 24.7%, fibrillazione/flutter atriale associati a bradicardia nel 12.9%, altre indicazioni nel 18.8%. Tra i difetti di conduzione atrioventricolare, i blocchi atrioventricolari di terzo grado hanno rappresentato l’evenienza più comune (23.2% dei primi impianti). PM monocamerali sono stati utilizzati nel 27.2% dei primi impianti, PM bicamerali nel 62.6%, PM biventricolari nell’1.8% e PM atrio-guidati con singolo catetere ventricolare nell’8.4%. Registro Defibrillatori: sono stati raccolti dati su 16 519 impianti (11 474 primi impianti e 5045 sostituzioni). Il numero di Centri coinvolti è stato di 430. L’età mediana dei pazienti sottoposti ad impianto è stata di 71 anni (63 I quartile; 77 III quartile). La prevenzione primaria ha riguardato il 76.0% dei primi impianti, quella secondaria il 24.0%; in particolare l’arresto cardiaco è stato riportato nel 7.8%. ICD monocamerali sono stati utilizzati nel 27.2% dei primi impianti, ICD bicamerali nel 35.9% e ICD biventricolari nel 36.8%.

Conclusioni
Il Registro PM e ICD appare di fondamentale importanza per monitorare l’utilizzo di PM e ICD su scala nazionale con approfondita valutazione delle principali caratteristiche demografiche e cliniche. Il Registro PM ha evidenziato una stabilità nelle indicazioni clinico-elettrocardiografiche all’impianto e una netta prevalenza delle modalità di stimolazione atrio-guidate. L’uso di PM biventricolari ha riguardato invece un numero molto limitato di pazienti. Il Registro ICD ha confermato il costante aumento degli impianti in prevenzione primaria e un elevato utilizzo di ICD biventricolari, in accordo con le linee guida e i grandi trial.

Bibliografia
Proclemer A, Zecchin M, D’Onofrio A, Botto GL, et al. Registro Italiano Pacemaker e Defibrillatori
Bollettino Periodico 2013 – Associazione Italiana di Aritmologia e Cardiostimolazione. G Ital Cardiol 2014; 15: 638-50. [full text, PDF: 500 Kb]

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