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Soluzione antisettica: alcolica o acquosa?

Dal centro di Saint-Etienne la prima analisi prospettica che ha messo a confronto la diversa efficacia della soluzione disinfettante al 10% iodopovidone acquosa e alcolica nella prevenzione di infezioni post impianto dispositivo cardiaco. I risultati sulla rivista Europace.

L’infezione dopo impianto di pacemaker o defibrillatore impiantabile o sostituzione degli stessi è una delle principali complicanze. Essendo la pelle la principale sorgente di patogeni la preparazione antisettica della cute rappresenta la principale misura di profilassi primaria. Generalmente vengono addottati agenti iodofori (per esempio iodopovidone), prodotti contenenti alcol e la clorexidina gluconato. Una recente survey europea ha rilevato che 6 centri su 10 adottano come antisettico cutaneo la soluzione iodopovidone e i rimanenti 4 la soluzione con clorexidina gluconato. In generale, la maggioranza utilizza o raccomanda le soluzioni alcoliche perché sembrano offrire una maggiore protezione contro le infezione da incisioni. Tuttavia ad oggi mancano studi controllati di buona qualità che confrontino questi antisettici preoperatori nelle infezioni correlate nello specifico all’impianto di ICD o pacemaker.

Il primo studio monocentrico prospettico ad avere messo a confronto l’antisettico iodopovidone  al 10% in soluzione acquosa e in soluzione alcolica nella prevenzione di infezioni derivate dall’impianto di dispositivi elettronici impiantabili, è stato recentemente presentato sulla rivista Europace.

Lo studio

Come spiegano nel dettaglio i colleghi della Cardiologia di Saint-Etienne, il disegno dello studio prevedeva di confrontare per un follow up della stessa durata due protocolli per la preparazione pre-operatoria delle cute addottati consecutivamente per 12 mesi nelle medesimi condizioni negli impianti di dispositivo cardiaco effettuati nel loro Centro: da gennaio 2010 a dicembre 2010 è stata utilizzata la soluzione acquosa di iodopovidone al 10% (n = 648), mentre da gennaio 2011 al 2011 la  soluzione alcolica di iodopovidone al 10% (n = 678).

Infezioni post impianto sono state rilevate in 32 dei 1326 degli interventi inclusi nello studio, pari quindi al 2,4 % (endocarditi, erosione della tasca, infezione della tasca o ascesso, setticemia). Ad un follow a lungo termine di 26 + 3 mesi non sono state rilevate delle differenze significative tra i due gruppi messi a confronto: 14 su 648 pazienti (2,2%) del primo gruppo versus 18 su 678 pazienti (2,7%) del secondo gruppo (P = 0,9).

Lo studio francese si è spinto oltre il solo confronto storico osservazionale delle due soluzioni antisettiche per individuare eventuali fattori di rischio a lungo termine di infezioni post impianto. Da un’analisi di regressione logistica multipla e singola è emerso che il tasso di infezioni rilevate era correlato positivamente a: re-intervento, numero medio di sostituzione del generatore ed ematomi.

Conclusioni

Ricapitolando, questi dati dimostrano che i due diversi protocolli antisettici pre operatori per la prevenzione di infezioni portano a risultati sovrapponibili in termini di incidenza di infezioni post impianto del dispositivo cardiaco. Le soluzione alcoliche e acquose con iodopovidone sembrano quindi essere sovrapponibili.

Una seconda conclusione importante  è la conferma che il re-impianto, il numero di sostituzioni del generatore e gli ematomi sono tre principali fattori di rischio indipendente che come tali – sottolineano i colleghi francesi  – meriterebbero essere parte integrante la valutazione dei rischi e benefici per i pazienti selezionati a ricevere un impianto di device.

Bibliografia
Da Costa A, Tulane C, Dauphinot V, et al. Preoperative skin antiseptics for prevention of cardiac implantable electronic device infections: a historical-controlled interventional trial comparing aqueous against alcoholic povidone-iodine solutions. Europace 2015; 17: 1092-8.

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