Spending review, payback e… DRG
Un’analisi condotta dall’AIAC in collaborazione di Assobiomedica mette in luce importanti criticità nell’attuale sistema di rimborso delle procedure elettrofisiologiche. Criticità insite nell’attuale sistema di DRG (Diagnosis Related Groups) “che , da un lato, ostacolano l’esecuzione di procedure terapeutiche giudicate costo-efficaci e, dall’altro, favoriscono potenziali comportamenti opportunistici (come, ad esempio, la durata della degenza in funzione del diverso rimborso associato ai diversi regimi di ricovero). Dal quadro che abbiamo ampiamente discusso, emerge un utilizzo inappropriato delle risorse del Sistema Sanitario Nazionale con conseguente riduzione della qualità e dell’efficienza del servizio di cura erogato.”
I risultati dello studio sono stati presentati da Gianluca Botto, Presidente dell’AIAC in occasione di un incontro organizzato a Roma dall’Associazione culturale Giuseppe Dossetti dal titolo: “Spending review, payback e Drg nei 21 Ssr – Fibrillazione Atriale e Ictus Cardioembolico: Prevenire e/è Risparmiare”, organizzato dall’Associazione culturale Giuseppe Dossetti”.
Il punto cruciale è che i rimborsi attualmente in vigore non sono adeguati ai costi sostenuti. Servirebbe una revisione dei relativi Drg 518 e 555. AIAC e Assobiomedica hanno stimato che applicando alle procedure elettrofisiologiche diagnostiche (procedure a complessità relativamente bassa e a ridotto consumo di risorse) un abbattimento del rimborso rispetto a quelli attualmente previsti si genererebbe un risparmio di 18 milioni di euro annuo. Risparmio che potrebbe essere reimpiegato per investire sulle procedure di ablazione semplice e su quelle di ablazione complessa.
“In sintesi, la proposta di revisione contenuta nel presente documento ha, in primo luogo, l’obiettivo di rendere eseguibili indagini di tipo epidemiologico sulle patologie aritmiche e sul percorso di diagnosi e cura seguito, al fine di consentire l’identificazione dei bisogni sanitari e garantire un’ottimale distribuzione delle risorse e verificare l’appropriatezza delle prestazioni erogate. In secondo luogo, la proposta persegue l’obiettivo di una corretta valorizzazione dei ricoveri durante i quali vengono effettuate procedure in base al grado di complessità ed al consumo di risorse. Questo, al fine di consentire un utilizzo di risorse adeguato alle necessità cliniche dei pazienti e diffuso in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale. Dunque, per evitare comportamenti opportunistici e contenere i costi sanitari riteniamo fondamentale rimodulare il rimborso per quei ricoveri nei quali vengono effettuate le sole procedure diagnostiche, assegnando un rimborso congruo, e ridefinire i rimborsi per i ricoveri nei quali vengono effettuate le procedure ablative semplici e complesse che richiedono un maggiore impiego di risorse, aumentando al contempo il grado di appropriatezza. Si intende così isolare le procedure i cui costi sono ampiamente coperti dai rimborsi previsti e impiegare le risorse risparmiate a vantaggio delle procedure complesse e di provata efficacia clinica. Rendere economicamente sostenibile l’erogazione di questo tipo di procedure è necessario e fondamentale per garantire una qualità delle cure adeguata a tutti i cittadini che ne hanno bisogno.”