Sport e cardiologia: il caso Goolaerts

Il Prof. Francesco Furlanello, premiato in occasione del XIV Congresso dell’AIAC “per l’importante ruolo svolto come guida e riferimento culturale di tutti gli Aritmologi Italiani”, viene spesso interpellato dal quotidiano “L’Adige” per scrivere degli articoli di commento – in qualità di esperto internazionale di cardioaritmologia sportiva – a vari eventi di cronaca, dai casi di doping alle tragiche morti improvvise che si verificano talvolta nel mondo dello sport. Nei prossimi mesi questi articoli verranno riproposti sul sito web dell’AIAC. Il quarto articolo che vi proponiamo riguarda il caso del ciclista Micheal Goolaerts, deceduto all’età di 23 anni per un arresto cardiaco aritmico.
Sconvolti dal malore di Goolaerts
(Da “L’Adige” del 12 aprile 2018)
A qualche settimana di distanza dall’arresto cardiaco nel sonno di Davide Astori, su campo di calcio di Bruno Boban, il mondo dello sport e in particolare del ciclismo è stato sconvolto dalla visione in televisione in diretta, dell’arresto cardiaco rianimato senza successo di Micheal Goolaerts di 23 anni, atleta nel pieno del vigore competitivo.
L’evento è classico, tipico, arresto cardiaco aritmico, in corso di sforzo atletico intenso quale la Parigi-Roubaix, in momento di massimo secrezione endogena adrenalinica, come primo sintomo, in atleta <
La rianimazione cardiorespiratoria è stata pronta ma non è risultata efficacia, molto ardua tecnicamente in condizioni di emergenza e temporali, ma forse anche per il tipo di patologia presente che conosceremo in futuro. L’esame necroscopico dovrà escludere una delle scientificamente ben note patologie aritmogene che possono rimanere latenti a sfuggire alle indagini di pre-screening e se non mirate per sintomi di allarme. Trattasi di cardiopatie in grado di esplodere in condizioni eccezionali, di tipo elettrico, muscolare, vascolare, infiammatorio, genetico, ben conosciute nel nostro mondo scientifico cardiologico sportivo. Dovrà però anche escludere la presenza di sostanze tossiche sia lecite che illecite (molto poco probabili in atleta professionista controllato). Quasi impossibile invece individuare eventuale assunzione di quelle diffusissime bevande, permesse, tipo energy drink molto ricche di caffeina e altre sostanze stimolanti, che, in condizioni eccezionali, possono far precipitare una patologia cardiaca latente.
Francesco Furlanello
Esperto internazionale di Cardioaritmologia Sportiva