Una roadmap per una migliore gestione della FA
La rivista Europace pubblica un piano d’azione per migliorare la qualità della gestione della fibrillazione atriale frutto della AFNET/EHRA consensus conference che si è tenuta all’inizio dell’anno a Nizza. Ai lavori hanno partecipato tre rappresentati della cardiologia italiana: Giuseppe Boriani della Cardiologia dell’Ospedale Malpighi-Sant’Orsola e dell’Università di Bologna, presidente eletto dell’AIAC; Luigi Tavazzi, direttore Scientifico del Gruppo Villa Maria Care& Research di Cotignola, e Sakis Themistoclakis, direttore dell’Unità Operativa “Gestione e cura della Fibrillazione Atriale” del Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre.
Sono circa 30 milioni nel mondo le persone con fibrillazione atriale diagnostica e molte altre soffrono di forme silenti e subcliniche di questa aritmia. Comprendere ed eliminare le ineguaglianze che prevengono una diagnosi tempestiva e un trattamento ottimale della fibrillazione atriale è stato il focus della quinta edizione della AFNET/EHRA consensus conference. Come era stato comunicato da Paulus Kirchhof, membro dell’EHRA e portavoce di AFNET, obiettivo del meeting era tracciare una roadmap per un miglioramento tangibile della gestione della fibrillazione atriale.
Il piano d’azione che è stato delineato si articola in cinque aree di intervento. Per ciascuna area vengono suggerite delle raccomandazioni, nonché le priorità della ricerca che dovrebbero essere perseguite nei prossimi cinque anni per rimuovere ostacoli e superare disparità mettendo il paziente al centro del sistema di cura e di ricerca.
1. Imparare dagli altri
I diversi Paesi possono imparare gli uni dagli altri. Mettendo a fuoco le differenze tra le diverse strutture sanitarie e identificando quei fattori che hanno migliorato la diagnosi e cura della fibrillazione atriale, è possibile sviluppare modelli di cura eccellente. La raccomandazione della AFNET/EHRA consensus conference è di aprire un dialogo professionale continuo e incentivare quei filoni di ricerca che valutano le qualità ed efficienza delle infrastrutture.
2. Pazienti informati e coinvolti
Per un successo terapeutico della fibrillazione atriale i pazienti stessi dovrebbero essere coinvolti nelle scelte che riguardano la loro cura. Diventa ormai imperativo un’informazione corretta e completa ai pazienti. Per raggiungere questo scopo viene raccomandato di potenziare le informazioni disponibili ai cittadini sulla fibrillazione atriale, sulle sue complicanze e opzioni terapeutiche. Iniziative focalizzate sul paziente come AFib matters, il sito web dell’EHRA in cinque lingue, sono strumenti molto utili per promuovere il coinvolgimento dei pazienti. Un’altro raccomandazione è di raccogliere gli outcome riportati dal paziente per meglio individuare la gamma di sintomi associati all’aritmia e trarre informazioni dall’esperienza dei pazienti.
3. Cure strutturate e integrate
Una corretta gestione dei pazienti con fibrillazione atriale dovrebbe garantire una terapia basata sulle evidenze a tutti pazienti con fibrillazione atriale. Viene raccomandato un approccio assistenziale più strutturato con alla guida un team interdisciplinare, nonché lo sviluppo di programmi di cura centrati sul paziente.
4. Migliorare i trattamenti
Diversi milioni di persone nel mondo soffrono di fibrillazione atriale non diagnosticata e quindi non trattata, associata a un alto rischio di ictus e morti. La roadmap AFNET/EHRA raccomanda l’avvio di un ampio programma di screening negli over65 o in popolazioni ad alto rischio al fine di arrivare a una diagnosi e una trattamento della fibrillazione atriale tempestivi.
Inoltre, devono essere pensate strategie per minimizzare la discontinuità o l’interruzione della terapia anticoagulante orale la cui efficacia dipende fondamentalmente dalla continuità. Per quanto concerne l’ablazione, un trattamento ormai consolidato della fibrillazione atriale e offerto in un numero sempre maggiore di ospedali, si raccomanda lo sviluppo di procedure standard per misurare costantemente la qualità e il successo dell’ablazione. Spesso la sola ablazione non elimina completamente la fibrillazione atriale; sono quindi necessari nuovi studi per individuare la migliore terapia per il controllo del ritmo nei pazienti con fibrillazione atriale ricorrente dopo ablazione.
5. Gestione personalizzata della fibrillazione atriale
Conoscere i meccanismi cellulari e molecolari alla base della fibrillazione è basilare. Andrebbe quindi potenziate le ricerche sui fattori genetici, sui biomarcatori specifici e parametri ECG che possono servire a identificare i diversi sottotipi di fibrillazione atriale al fine di sviluppare terapie più mirate e personalizzate. Al momento non è chiaro se pazienti a basso o medio rischio di ictus beneficiano delle terapia anticoagulante o meno. L’utilizzo di nuovi biomarcatori o informazioni chiave estrapolate dell’ECG potrebbero aiutare a perfezionare la valutazione del rischio dell’anticoagulante individualmente in questi pazienti.
Il professore John Camm, presidente eletto della EHRA e co-organizzatore della quinta AFNET/EHRA consensus conference, ha concluso: “Crediamo che le attività di ricerca proposte possono contribuire a ottimizzare la terapia della fibrillazione atriale e a migliorare gli esiti di molti pazienti in tutto il mondo. Vi è un urgente bisogno di fondi per la ricerca a lungo termine per consentire l’attuazione di studi appropriati”.
Bibliografia
Paulus Kirchhof, Günter Breithardt, Jeroen Bax, et al. A roadmap to improve the quality of atrial fibrillation management: proceedings from the fifth Atrial Fibrillation Network/European Heart Rhythm Association consensus conference. Europace First published online: 19 October 2015