Uno score a misura di anziano
Sul BMJ uno studio comparativo mette in luce i limiti prognostici degli score raccomandati dalle linee-guida internazionali per stratificare il rischio di ictus nel paziente anziano con fibrillazione atriale.
Lo studio ha preso in esame una popolazione di 655 pazienti over75 con fibrillazione atriale che erano stati arruolati nello studio Birmingham Atrial Fibrillation Treatment of the Aged (BAFTA) trial. Per l’intera durata dello studio questi pazienti non avevano seguito una terapia con warfarin. Gli autori hanno messo a confronto gli eventi di ictus ischemico, di attacchi ischemici transitori e di embolismo sistemico, con le valutazioni di rischio calcolato con otto tra i punteggi più usati per valutare il rischio di ictus (CHADS2 originale, CHADS2 rivisto, Framingham, NICE, ACC/AHA/ESC, ACCP, CHA2DS2-VAS).
Alla prova dei nove, gli score hanno dimostrato uno scarso valore prognostico: i punteggi sottostimavano il rischio di ictus.
La conclusione – secondo gli autori dello studio – è semplice: fino a quando non è disponibile uno score migliore i clinici dovrebbero considerare tutti i pazienti anziani (over75) con fibrillazione atriale ad alto rischio di ictus e, caso per caso, dovrebbero prendere in considerazione una terapia anticoagulante a lungo termine. Quando appropriata la terapia anticoagulate è da preferire alla aspirina, che è meno efficace nella prevenzione dell’ictus e che in questa popolazione di pazienti si associa a una incidenza di eventi di sanguinamenti maggiori simile al wafarin.
Un punto cruciale nella prevenzione del ictus nei pazienti con fibrillazione atriale è mantenere il rischio di complicanze emorragiche accettabilmente basso con una terapia anticoagulante orale. Nella pratica clinica però questa terapia anticoagulante risulta sottoutilizzata in parte per il timore del rischio emorragico in relazione al vantaggio clinico, oltre che alle difficoltà gestionali del trattamento. Il risultato che l’anticoagulante viene prescritto nel 15-44% dei pazienti eligibili a questo tipo di trattamento. Se poi il calcolo del punteggio di rischio è sottostimato nell’anziano, come evidenzia l’analisi del BMJ, c’è da aspettarsi che l’anticoagulante venga prescritto ancora meno di quanto si dovrebbe.
Bibliografia
Hobbs FDR et al. Performance of stroke risk scores in older people with atrial fibrillation not taking warfarin: Comparative cohort study from BAFTA trial. BMJ 2011; 342:d3653.