Impianto di S-ICD con tecnica a due incisioni e blocco eco-guidato del serrato

Gli impianti di defibrillatore sottocutaneo sono frequentemente eseguiti in anestesia generale (AG), con una prolungata permanenza post-operatoria e un conseguente aumento dei costi. Questa tecnica anestesiologica può inoltre portare a una maggiore instabilità emodinamica, lesioni delle vie respiratorie e polmoniti post-intubazione. Tuttavia, uno studio pubblicato sul Journal of Interventional Cardiac Electrophysiology ha preso in esame una tecnica anestesiologica alternativa: il blocco eco-guidato del serrato anteriore (US-SAPB). L’impiego di questa procedura sembra infatti associarsi a un tasso minore di complicanze post-operatorie e a dimissioni mediamente più rapide rispetto all’AG.
Sono stati arruolati 38 pazienti sottoposti ad impianto di S-ICD con tecnica a due incisioni e blocco del serrato eco-guidato, realizzato senza il coinvolgimento di un anestesista, da marzo 2018 ad agosto 2019. Il dispositivo è stato impiantato a 10 pazienti (26%) in prevenzione secondaria, mentre 11 pazienti (29%) avevano avuto delle complicanze con un precedente dispositivo TV-ICD. L’età media del campione di studio era di 53 anni e l’84% dei pazienti erano costituiti da uomini. È stato registrato anche il BMI medio (24), con 12 soggetti risultati in sovrappeso (31,6%; BMI≥25) e 3 obesi (7,9%; BMI≥30).
La pressione arteriosa media è risultata di 95,4 mmHg, mentre la dose media di midazolam e fentanyl somministrata è stata rispettivamente di 4,6 mg e 70 mcg. Nessun paziente ha sperimentato situazioni di fastidio o complicanze quali pneumotorace, lezioni, infezioni o tossicità legate all’anestesia locale, rendendo così possibile una dimissione tempestiva. È risultato necessario intervenire con AG in un solo paziente (2,6%; BMI 24) al fine di tener sotto controllo l’agitazione psicomotoria.
I risultati hanno messo in evidenza che il BMI dei pazienti non ha influenzato la riuscita dell’intervento. Tramite una radiografia post-intervento del torace i ricercatori hanno avuto conferma della giusta localizzazione e stabilità del dispositivo impiantato. Inoltre, non si sono registrate complicanze quali sanguinamenti o infezioni a 30 giorni dall’intervento. 12 pazienti non hanno subito il test di defribrillazione a fine intervento per la presenza di trombi intracardiaci, mentre nei 23 dei 26 pazienti (88%) nei quali è stato eseguito è stato possibile convertire l’aritmia grazie a una defibrillazione non superiore ai 65 J. In media, è stato registrato un tempo di 15 ± 2s tra la fibrillazione ventricolare e l’erogazione della defibrillazione.
Secondo gli autori questa tecnica d’impianto rappresenta quindi un’ottima alternativa all’AG, pur restando la necessità di realizzare uno studio su un campione più ampio e di effettuare un confronto diretto con l’AG. I ricercatori sottolineano inoltre la possibilità di utilizzare l’AG ossia durante la loro curva di apprendimento e che rimane necessaria la presenza dell’anestesista durante il test di defibrillazione. Ciò nonostante, la tecnica US-SAPB permette di contattarlo solo per quel breve periodo di tempo, evitando così di impegnarlo per tutta la procedura, come avviene nei casi in cui si utilizza l’AG.
Vedi anche:
– I vantaggi associati alle nuove tecniche di impianto dell’S-ICD
– Impianto di S-ICD, l’evoluzione delle tecniche anestesiologiche
– In cosa consiste la tecnica del Serratus Plane Block?
– Impianto di S-ICD: le novità in ambito anestesiologico
Bibliografia
1. Migliore F, De Franceschi P, De Lazzari M, et al. Ultrasound-guided serratus anterior plane block for subcutaneous implantable cardioverter defibrillator implantation using the intermuscular two-incision technique. Journal of Interventional Cardiac Electrophysiology 2020; https://doi.org/10.1007/s10840-019-00669-x