#stratificazione del rischio

Più parametri per migliorare l’appropriatezza nell’impiego degli ICD

Intervista a Maurizio Lunati, Dipartimento Cardiotoracovascolare “A. De Gasperis”, A.O. Ospedale Niguarda Ca’ Granda, Milano. L’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO) ha pubblicato un position paper con le considerazioni su una valutazione poliparametrica nella stratificazione del rischio di morte improvvisa per l’indicazione all’impianto di cardioverter-defibrillatore in prevenzione primaria, nella disfunzione ventricolare sinistra di origine ischemica e non ischemica. In che percentuale i pazienti a cui è stato impiantato un defibrillatore ricevono un intervento "salvavita" del device? In una percentuale abbastanza rilevante sulla base degli studi pubblicati, ma in una percentuale è decisamente più bassa se facciamo riferimento alle evidenze del real world. Un lavoro molto recente che raccolto i dati del Danish Register ha rilevato che la percentuale dei pazienti con impianto di ICD in prevenzione primaria che hanno ricevuto un intervento salvavita è molto inferiore a quella stimata. Di fatto la maggior parte dei pazienti sottoposti ad impianto di ICD, secondo i criteri delle attuali linee guida, non riceve interventi appropriati dell’ICD nel corso del follow-up e quindi nessun beneficio dall’impianto, pur essendo esposti agli effetti indesiderati dell’ICD.

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Gestione della cardiomiopatia aritmogena

La diagnosi e la terapia della cardiomiopatia aritmogena rimangono una importante sfida della moderna Cardiologia: come sottolineano Alessandro Zorzi e colleghi dell'Università di Padova sul Giornale Italiano di Cardiologia, è necessario fare ancora molti progressi per capire la genetica, la patobiologia e la storia naturale della malattia. Sono necessari studi prospettici a lungo termine su ampie popolazioni di pazienti che dimostrino l’efficacia della terapia.

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PROSE-ICD, alla ricerca di nuovi biomarcatori

Migliorare la selezione dei pazienti che probabilmente non beneficeranno dell’impianto di ICD in prevenzione primaria adottando un set biomarcatori proteici dell’infiammazione, dell’attivazione neuroumorale e di danno cardiaco. In anteprima online su Circulation i risultati di uno studio statunitense.

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PCR e stratificazione del rischio

Lo studio italiano CAMI-GUIDE indaga sul ruolo della proteina C-reattiva serica per una migliore stratificazione del rischio dei pazienti con cardiopatia ischemica portatori di defibrillatore. Livelli di proteina C-reattiva >3 mg/L sono un fattore predittivo di mortalità per scompenso cardiaco, ma non di morte cardiaca improvvisa o tachicardie/fibrillazione ventricolare.

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Mi devono impiantare un pacemaker o un defibrillatore. Quali sono i possibili rischi e complicanze?

Ogni anno in Italia decine di migliaia di pazienti vengono colpiti da malattie cardiovascolari che richiedono l’impianto di un pacemaker o di un defibrillatore automatico impiantabile (ICD): quali sono i rischi e quali le complicanze dell'impianto di questi dispositivi. Le risposte a tutte le domande.

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Impatto della stimolazione del sistema di conduzione nella pratica clinica dei centri aritmologici italiani

In occasione del 19° Congresso Nazionale AIAC abbiamo intervistato Gabriele Dell’Era (Responsabile SS Unità di elettrofisiologia, AOU Maggiore della Carità, Novara) sull’uso della stimolazione del sistema di conduzione nella pratica clinica dei centri italiani, fra impatto e prospettive future.

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Ripristino del ritmo sinusale in pazienti con fibrillazione atriale permanente: “effetto antiaritmico” dell’ablate and pace

Sono stati pubblicati sull’American Heart Journal i risultati di uno studio prospettico, osservazionale, monocentrico, italiano che ha avuto lo scopo di valutare l'incidenza e i predittori di ripristino spontaneo del ritmo sinusale in una popolazione di pazienti con fibrillazione atriale permanente sottoposti ad ablate and pace con stimolazione del sistema di conduzione (CSP).

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