
La storia dell’Aiac
L’Associazione Italiana di Aritmologia e Cardiostimolazione (AIAC) nasce nel 1998 dalla fusione di due storici gruppi: l’Associazione Italiana di Cardiostimolazione (AIC) e il Gruppo Italiano di Aritmologia (GIAC). Le fondamenta di questo sodalizio furono gettate nel 1996, durante le giornate del primo Congresso nazionale di Aritmologia a Napoli, ma fu solo dopo la seconda edizione nel congresso, tenutasi a Genova nel 1998, che le due associazioni trovarono la strada verso l’unificazione.
Le motivazioni che hanno portato a questa unificazione sono molteplici e vanno ricercate, soprattutto, nella comune necessità di mettere insieme tutte quelle competenze utili alla crescita della cardiologia aritmologica italiana. È infatti attraverso il confronto e l’intesa tra cardiologi clinici, elettrofisiologi ed elettrostimolatori che si ottiene quella crescita scientifica che permette a una società scientifica di confrontarsi con l’aritmologia mondiale.
“L’unificazione tra le due associazioni non fu un processo ‘fluido’”, ricorda Sergio Sermasi, vi furono numerosi incontri tra i rispettivi presidenti di allora, Enrico Adornato per l’AIC e Paolo Alboni e Matteo Di Biase per il GIA; fondere due società ed eleggere un unico presidente che le rappresenti, non è “cosa” facile. Negli anni Novanta l’AIC era un’associazione con una forte rappresentanza nazionale, circa 230 iscritti con 100 centri italiani di aritmologia associati. Il GIA, invece, era composto da una comunità di specialisti più ristretta di elettrofisiologi che, nel 1995, con Antonio Raviele, Paolo Alboni e Matteo Di Biase condivisero l’idea di creare un gruppo aritmologico che portasse avanti lo sviluppo dell’aritmologia italiana. “Sviluppo – ricorda Antonio Raviele – che lo si deve a Francesco Furlanello, considerato all’epoca uno dei guru dell’aritmologia in Italia; il suo periodico congresso organizzato a Marilleva era sempre molto partecipato anche a livello internazionale”.
Sergio Sermasi fu il primo presidente AIAC, scelto per “traghettare” le due associazioni verso quell’unificazione che ha reso più grande l’aritmologia italiana. “Fusione che portò subito l’AIAC a essere la terza associazione cardiovascolare a livello nazionale con oltre 500 iscritti “, commenta Maurizio Santomauro. “Dimostrando – aggiunge Salvatore Mangiameli – che attraverso il confronto e la cooperazione si progredisce scientificamente”.
“I lavori scientifici prodotti e la partecipazione a lavori internazionali dimostrano come l’AIAC sia una componente nello scenario aritmologico europeo di primaria importanza e noi cerchiamo di darle costantemente la visibilità che merita”. (Massimo Santini)
Dalla ricerca collaborativa ai pazienti
Non è un caso che la nascita dell’AIAC abbia avuto gestazione a partire dalla metà degli anni Novanta, una stagione particolarmente vivace con l’esigenza, in medicina, di un sempre più saldo ancoraggio della clinica ai risultati più affidabili della ricerca scientifica. La ricerca promossa e supportata dall’AIAC a partire dalla sua nascita si è sviluppata lungo diverse direttrici, sia a livello nazionale sia internazionale: dal monitoraggio e registrazione delle attività cliniche, alla conduzione di studi sperimentali, fino allo svolgimento di ricerche osservazionali. L’intesa attività di ricerca scientifica si è tradotta in parte nella produzione di documenti di consenso e linee guida orientate al trasferimento della ricerca nella pratica clinica quotidiana.
L’esperienza di AIAC nella preparazione di linee guida e policy document è ormai molto ricca, a testimonianza dell’impegno dell’Associazione a garantire attraverso questi strumenti evidence-based di garantire un approccio condiviso ai fine di diagnosi, trattamento e prevenzione di specifiche condizioni morbose e – allo stesso tempo – di migliorare la comunicazione tra servizi e cittadini rendendo esplicite le reali possibilità diagnostiche e terapeutiche. Questa attenzione nei confronti dei cittadini traspare dall’intensa attività dell’AIAC volta a promuovere la partecipazione consapevole del paziente nel percorso di cura e il coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni che vengono prese relativamente alla modalità di assistenza da offrire. Attività che si è tradotta nella nascita nel 2016 della task force, AIAC con NOI, fortemente voluta dal Presidente dell’AIAC, Giuseppe Boriani, con l’obiettivo di creare una collaborazione tra AIAC e le associazioni di pazienti presenti sul territorio nazionale.
“Per sottolineare l’importanza della vicinanza ai pazienti e del loro ascolto, abbiamo ritenuto necessario iniziare qualcosa di nuovo: istituire AIAC con NOI in un’ottica di dialogo e sostegno alle esigenze dei pazienti, in linea con la tematica estremamente attuale del patient empowerment”. (Giuseppe Boriani)
Un altro punto qualificante dell’AIAC è stato l’impegno alla ricerca collaborativa, dalla conduzione di studi al mantenimento di registri sui dispostivi cardiaci. Questi ultimi, oltre a consentire un confronto continuo tra i dati scientifici e la realtà ospedaliera, sono uno degli strumenti più importanti per la ricerca sugli esiti, per verificare l’impatto epidemiologica di un dispositivo nonché il volume di attività. L’AIAC cura il mantenimento dei registri di pacemaker, defibrillatori automatici impiantabili e loop recorder, di elettrofisiologia e ablazione, di estrazione elettrocateteri e avarie e complicanze. I dati raccolti con il coinvolgimento delle cardiologie italiane non soltanto garantiscono ai colleghi un aggiornamento annuale ma offrono all’Associazione una notevole e importante visibilità internazionale.
Un “ponte” tra la ricerca e la politica sanitaria
Inoltre l’AIAC si è sempre distinta negli anni per aver voluto contribuire alla valutazione della sicurezza, efficacia e sostenibilità delle tecnologie emergenti e dei modelli organizzativi necessari per un loro adeguato utilizzo, cioè alla cosiddetta Health Tecnology Assessment (HTA). L’HTA prevede un’attività di previsione e monitoraggio delle tecnologie emergenti il cui obiettivo è mettere il Sistema sanitario nazionale nella condizione di filtrare la domanda di assessment/appraisal che inevitabilmente emerge sia dai produttori sia dagli utilizzatori delle tecnologie in ambito assistenziale. L’AIAC vi ha partecipato con la valutazione del reale impatto economico della procedura di ablazione transcatetere della fibrillazione atriale, e della telemedicina.
“L’AIAC ha fatto ciò che ogni società scientifica dovrebbe fare: dare il proprio contributo ad un sistema sanitario che si ponga consapevolmente il problema della valutazione dell’efficacia e dell’appropriatezza delle prestazioni erogate”. (Sakis Themistoclakis)
Le cinque parole chiave
Il percorso dell’AIAC si basa, oltre sul confronto e la cooperazione, su valori quali, competenze tecniche e professionali, sinergie tra industria e scienza, l’intesa con il malato e i familiari. Se volessimo riassumere, in cinque parole, i valori della nostra associazione possiamo parlare di condivisione, empowerment, comunicazione, documentazione e organizzazione.
- Condivisione, il produrre conoscenze in maniera cooperativa, non solo di godere assieme delle conoscenze comuni. Condivisione per promuovere un ambiente culturale fondato più sulla cooperazione che sulla competitività, per valorizzare gli obiettivi comuni per sviluppare la stessa società scientifica; “who lights a taper at mine receives light without darkening me” come disse Thomas Jefferson.
- Emporwerment, parola che si propone come punto di partenza e di arrivo, verso una sanità più cosciente di rischi, opportunità e responsabilità, il cui obiettivo è una consapevolezza nuova verso i pazienti, i medici e i cittadini stessi per avere un ruolo da protagonisti all’interno delle sempre più complesse dinamiche della sanità.
- Comunicazione, è la condizione essenziale per la trasformazione del dato in conoscenza che possa essere realmente utilizzato. Condizione la cui sfida è quella di creare interpretazioni del dato, o meglio, proporre una visione critica. Comunicazione vuol dire però anche attività di advocacy , per agire sul livello di consapevolezza negli ambienti politico-sanitari e istituzionali, per sottolineare l’importanza strategica della ricerca e della traslazione dei risultati degli studi e dei rapporti di Health Technology Assesment in buone pratiche del servizio sanitario nazionale.
- Documentazione, lasciare tracce è elemento essenziale di costruzione della identità; un’associazione determinata a “fare cultura” deve necessariamente darsi l’obiettivo di proporsi come fonte partecipatadi norme utili a favorire condotte condivise e coerenti all’interno del gruppo. Documentare è dare visibilità, premiare la partecipazione, incentivare l’uso dei risultati del lavoro portato avanti insieme. Per l’AIAC documentare ha significato da principio pubblicare linee guida o documenti di consenso da offrire ai medici o alle società scientifiche per poter essere utilizzate o valutate criticamente.
- Organizzazione, ultima parola chiave, la più vicina alla mission di una società scientifica. Al giorno d’oggi la risorsa più a rischio di scarsità è il “tempo”, è quindi responsabilità di un’associazione come la nostra mettere i propri iscritti nelle migliori condizioni per ottimizzare il tempo nella quotidianità. La razionalizzazione del sito web ne è l’esempio, confermata dall’efficienza della segreteria della società e dallo staff che garantisce, e ha garantito, negli anni lo svolgimento dei preziosi appuntamenti congressuali.
Una società scientifica che con il confronto e il lavoro di squadra prosegue la strada del rinnovamento e della ricerca per la crescita della cardiologia italiana.
Fonte
Storia dell’AIAC. Attraverso immagini e testimonianze. Roma: Il Pensiero Scientifico Editore, 2012.