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Cosa dire al paziente

L’impianto di un S-ICD può essere vissuto come un evento in grado di cambiare la vita dei pazienti, con effetti diversi a livello fisico ed emotivo a seconda del soggetto. Tuttavia, la procedura ha solitamente un impatto minimo sulla quotidianità: la maggior parte delle persone riprende tutte le normali attività. È spesso possibile continuare a viaggiare, fare esercizio fisico e, in generale, vivere la propria vita.

È quindi fondamentale comunicare in modo efficace con i propri pazienti, in modo da trasmettere loro le informazioni necessarie per vivere al meglio la loro condizione. Di seguito, una serie di approfondimenti e suggerimenti relativi a tematiche di particolare interesse per il paziente.

Arresto cardiaco improvviso

L’arresto cardiaco improvviso (ACI) è un’emergenza medica grave e potenzialmente letale: oltre il 95% delle persone colpite muore prima di raggiungere l’ospedale. Durante un evento di questo tipo le funzioni cardiache si arrestano improvvisamente e senza nessun tipo di avvertimento, determinando una perdita di coscienza e, in molti casi, un arresto respiratorio. Senza un trattamento immediato con defibrillazione (uno shock elettrico al cuore), un ACI può causare danni cerebrali e morte.

A differenza dell’arresto cardiaco, l’ACI è un problema “elettrico” causato da un’aritmia (battito cardiaco irregolare) che impedisce al cuore di pompare sangue al cervello e agli altri organi vitali. Fattori quali l’elevata pressione arteriosa o una pregressa patologia cardiaca aumentano il rischio di andare incontro a un evento di questo tipo. Tuttavia, in molti casi le persone affette da problemi cardiaci non scoprono di esserlo fino al verificarsi di un ACI.

Le terapie di defibrillazione

Per i pazienti ad alto rischio di arresto cardiaco improvviso (ACI) è raccomandabile sottoporsi all’impianto di un defibrillatore cardioverter (ICD). Questi sono dispositivi concepiti per somministrare una terapia salvavita in caso di ACI: quando l’ICD rivela una frequenza cardiaca pericolosamente elevata invia un impulso elettrico al cuore (defibrillazione) per ristabilirne il ritmo normale e far sì che questo riprenda a pompare il sangue nell’organismo.

Q&A

Perché ho bisogno di un S-ICD se ho già avuto un arresto cardiaco improvviso?

Anche se il paziente ha già avuto un arresto cardiaco improvviso, è comunque a rischio di avere un altro episodio. Le persone che sopravvivono a un evento di questo tipo hanno un’elevata probabilità di svilupparne un altro negli anni immediatamente successivi.

Oggi sono disponibili due tipi di ICD impiantabili: i sistemi ICD transvenosi (TV-ICD) e quelli sottocutanei (S-ICD). I primi agiscono attraverso uno o più fili elettrici inseriti, attraverso le vene, nel cuore e nella valvola cardiaca. I secondi vengono invece impiantati sottopelle e hanno il vantaggio di non toccare il cuore e i vasi sanguigni, riducendo così al minimo il rischio di complicanze.

A meno che l’ICD non venga impiantato durante un intervento di emergenza, il paziente ha la possibilità di scegliere quale tipo di dispositivo (TV-ICD o S-ICD) desidera ricevere. Tuttavia, è importante che questa scelta venga effettuata assieme al medico, il quale può consigliare quale sia la soluzione più adatta al caso specifico e fornire le informazioni necessarie per prendere una decisione consapevole.

Q&A

Quanto durerà l’S-ICD?

Si prevede che la batteria dell’S-ICD duri 6-8 anni; il dispositivo è infatti in grado di proteggere da più episodi di arresto cardiaco improvviso. Alcuni fattori potrebbero tuttavia influenzare la durata della batteria, tra cui la condizione del cuore e il numero di terapie ricevute. Il medico ha il compito di avvisare il paziente nel momento in cui sarà necessario sostituire la batteria.

Vivere con un S-ICD

Il processo di recupero

Poiché ogni paziente è diverso, è difficile predire con certezza i tempi di recupero. In genere il paziente è in grado di tornare a casa il giorno successivo alla procedura di impianto, mentre il recupero completo dall’intervento richiede solitamente dalle quattro alle sei settimane. È tuttavia necessario fornire al paziente un elenco completo di istruzioni da seguire al termine della procedura e altre informazioni di particolare interesse. Inoltre, il medico consegna una tessera di identificazione che segnala ai professionisti sanitari e della sicurezza la presenza del dispositivo.

 La gestione del paziente a distanza

Il medico può prescrivere un sistema di monitoraggio a distanza del paziente per la gestione del dispositivo impiantato tra una visita programmata e l’altra. Questo consiste in un sistema che permette al personale sanitario di avere accesso (attraverso un sito web riservato) alle informazioni fornite dall’S-ICD, senza bisogno che il paziente si muova da casa.

Q&A

L’S-ICD interferirà con i telefoni cellulari e gli altri dispositivi elettronici?

Il paziente potrà usare i dispositivi domestici più comuni quali forni a microonde, coperte elettriche, dispositivi di alimentazione, lettori MP3 e sistemi di accensione per automobili. I cellulari devono essere tenuti ad almeno 15 centimetri di distanza dal generatore di impulsi del S-ICD. Un’eccessiva vicinanza a dispositivi elettronici o che utilizzano forti campi elettromagnetici, quali motori elettrici in funzione o magneti di grandi dimensioni, potrebbe causare interferenza con l’S-ICD. La maggior parte degli apparecchi medicali invece non interferisce con il defibrillatore, ma è comunque necessario che il paziente informi il personale medico sanitario di essere portatore di un dispositivo medico impiantato.

Le visite di controllo del medico

Il medico programma delle visite regolari per monitorare lo stato di salute del paziente e per controllare l’S-ICD. Durante queste visite, egli può regolare le impostazioni del dispositivo attraverso un sistema di programmazione wireless. Nel momento in cui l’S-ICD eroga uno shock, terapia che in alcuni casi può risultare dolorosa o fastidiosa, il paziente ha il dovere di avvisare il medico. Ciò significa che il defibrillatore ha rilevato un ritmo cardiaco pericolosamente accelerato e ha erogato la terapia necessaria a ristabilire il sistema elettrico del cuore.

Q&A

Dopo l’impianto dell’S-ICD potrò ancora viaggiare?

L’S-ICD non impedisce di viaggiare. Tuttavia, il dispositivo non è attualmente disponibile in tutti i paesi del mondo. Il medico può fornire delle linee guida su chi contattare in viaggio. Il paziente deve verificare le indicazioni relative a eventuali limitazioni e portare sempre con sé la tessera di identificazione paziente. Il sito www.s-icd.it contiene una mappa che mostra tutti gli ospedali del mondo che hanno esperienza con l’impianto e la successiva gestione degli S-ICD.

Per saperne di più

L'intervista di Franco Cecchi, professore associato di Malattie Cardiovascolari dell'Università di Firenze, a Pietro Francia, elettrofisiologo dell'Ospedale Sant'Andrea di Roma.

L'intervista di Franco Cecchi, professore associato di Malattie Cardiovascolari dell'Università di Firenze, a Maria Grazia Bongiorni, direttore della UOC di Cardiologia 2 - Aritmologia - dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana.

Inoltre, sul sito ICD Sottocutaneo | Protezione senza toccare il cuore sono disponibili ulteriori informazioni relative alla procedura e diverse storie di pazienti con S-ICD.

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